Il velo dell’ego

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Comunicazioni preparatorie 62

“Il velo dell’ego separa l’essere umano dalla sua intelligenza reale. Che cos’è questo velo? Di cosa è fatto? Perché esiste nell’uomo?” BdM

 

In italiano, si legge il testo originale di questa pagina, in un’altra lingua la traduzione da parte di un’intelligenza artificiale (IA) di questo testo, quindi la traduzione vi darà una buona idea del testo, ma più o meno fedele a causa degli errori dell’IA.

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Il velo dell’ego separa l’essere umano dalla sua intelligenza reale. Che cos’è questo velo? Di cosa è fatto? Perché esiste nell’uomo?

Sono tutte domande importanti che devono trovare risposta perché nasca una nuova psicologia dell’essere. L’essere umano incosciente non è consapevole del velo dell’ego, perché la sua coscienza non è ancora nell’intelligenza di se stessa. Di conseguenza, questa coscienza è vissuta al di fuori dell’intelligenza reale, nel senso che l’uomo incosciente vive la sua coscienza solo in funzione delle altre coscienze che lo circondano nel mondo.

Affinché l’essere umano viva la sua coscienza in funzione di se stesso, deve prima essere nell’intelligenza di questa coscienza e poi, man mano che questa intelligenza cresce in lui, l’intelligenza della sua coscienza comincia a risvegliare in lui certe possibilità che creano, nella coscienza che si risveglia, un quadro più o meno preciso di sé. Questo quadro, questa visione, costituisce il contorno del velo dell’ego. Il velo dell’ego è il contorno della sua coscienza, cioè il livello della sua coscienza, cioè il potere relativo della sua coscienza, cioè la chiarezza relativa dell’intelligenza in lui. Ora, il velo dell’ego è composto da energia emotiva e da energia mentale, e queste due energie, mescolate, creano un velo più o meno denso intorno all’ego. E questa densità colora in misura maggiore o minore la sua reale intelligenza.

Il velo dell’ego causa la sofferenza incosciente dell’uomo. La sofferenza cosciente dell’ego è l’unica forza che può squarciare questo velo e liberare l’ego, cioè restituirgli il suo spirito. Lo spirito dell’uomo è la sua intelligenza reale e l’ego è il canale di questa intelligenza. Affinché l’uomo possa beneficiare del suo spirito, l’ego deve essere in grado di rendersi conto del velo che lo circonda. Questo velo è costituito dal perispirito ma anche dal legame tra il perispirito e lo spirito. Il perispirito dell’uomo non può esistere senza il sostegno dello spirito. E lo spirito non può manifestarsi senza il sostegno del perispirito, perché le due realtà sono congiunte, cioè lo spirito dell’uomo diventa più grande quando il perispirito, o le basse vibrazioni dello spirito, sono scomparse dalla coscienza dell’ego.

Non si tratta di cercare di capire questo, ma di rendersi conto di ciò che questo può indicare nell’esperienza. Per esempio, non appena si presenta una situazione difficile nella vita, la prima reazione dell’uomo è quella di bloccarsi nell’esperienza o di esplodere nell’esperienza. Se l’uomo si blocca, è perché riceve uno shock vibratorio nel corpo emotivo e questo shock può paralizzare la sua intelligenza, perché tutta la sofferenza sarà presente e percepita a questo livello. D’altra parte, se l’uomo esplode nell’esperienza, è perché la sofferenza è presente contemporaneamente nel corpo emotivo e in quello mentale, quindi la sua reazione sarà violenta, esplosiva, perché la mente alimenterà il corpo emotivo. Allora diciamo che nel primo caso, in cui l’uomo è bloccato dallo shock, il suo perispirito è indebolito e, quando diventa esplosivo, il suo perispirito è rafforzato. Ma in entrambi i casi lo spirito, o l’intelligenza reale, diventa prigioniero del perispirito, perché quest’ultimo controlla l’energia dell’uomo su entrambi i piani: emotivo e mentale.

Il velo dell’ego è allora denso e l’intelligenza reale non può penetrarlo, perché la vibrazione dello spirito è troppo sottile e non c’è abbastanza calma vibratoria sui due piani dell’essere umano. Quando l’uomo si coscientizza e impara sempre più a non prendersi sul serio, il perispirito diventa sempre più sottomesso al potere dello spirito nell’uomo, e il velo diventa gradualmente più diafano, meno opaco, e l’uomo comincia a scoprire che può funzionare benissimo anche nelle situazioni più difficili, quelle che possono colpirlo più emotivamente e mentalmente.

Quando l’ego comincia a rendersi conto e a prendere coscienza della densità del suo velo, comincia a realizzare una maggiore padronanza della sua energia. E da questa consapevolezza della padronanza, il potere della sua mente cresce finché un giorno la mente è così potente in lui, che per la prima volta il perispirito serve la mente dell’uomo. Inizia allora la discesa del potere dell’energia sulla Terra.

La consapevolezza del velo dell’ego richiede che l’essere umano abbia superato l’incoscienza psicologica. Una volta superata l’incoscienza psicologica, egli comincia a comprendere che esiste davvero un velo sulla coscienza egoica e che questo velo diventa sempre più chiaro man mano che l’intelligenza reale si fa sentire in lui.

Perché il velo? Perché l’ego può essere libero solo nella misura in cui l’intelligenza reale perfora lo spesso strato del perispirito.

Perché il velo? Perché senza questo velo l’ego non avrebbe sviluppato l’esperienza necessaria affinché l’anima si arricchisca e, a sua volta, l’ego possa beneficiare dell’esperienza accumulata.

Ma quando l’anima e l’ego hanno raggiunto un livello sufficiente di evoluzione e di esperienza, questo velo può cadere, perché l’esperienza dell’anima, e il suo effetto sull’ego, deve essere sostituita dall’intelligenza reale, cioè dal legame tra il mortale e l’aggiustatore di pensiero. Questo legame diventa la nuova intelligenza dell’essere umano e lo prepara a una nuova tappa evolutiva.

Il velo dell’ego è un supporto psicologico, cioè mentale ed emotivo, finché l’ego è incosciente. Quando [l’ego] si coscientizza, questo velo perde la sua funzione e la sua necessità e l’ego deve sbarazzarsene o non esserne influenzato. Ma la perdita di questo velo si fa solo man mano che l’ego può vivere le sue esperienze senza doverle ricordare, cioè senza averne bisogno per essere intelligente.

L’ego ha bisogno di esperienze per essere intelligente, ha bisogno di vivere del velo, perché è il velo che gli permette di vivere sperimentalmente, cioè esperienzialmente. Quando non vive più in modo esperienziale, il velo si lacera, si dissolve, e l’ego diventa libero, cioè comprende sul momento la portata di ogni azione.

Il velo dell’ego mantiene l’impressione che l’uomo ha di essere. Il velo gli dà l’impressione di essere, ma questa impressione è falsa, perché l’uomo non può essere finché ha questo velo. Essere significa infatti avere in sé il potere dell’intelligenza. Essere significa avere accesso all’invisibile. Essere significa non essere dominati da alcuna condizione di vita. Essere significa tutto ciò che l’uomo incosciente non è.

Così il velo dell’ego conferma l’uomo nel suo stato di sottomissione mortale. Quando l’uomo diventa cosciente, scopre l’esistenza di questo velo e si rende conto della sua sottigliezza e della sua realtà. Non appena la coscienza telepatica si installa in lui, il velo comincia a ritirarsi un po’. Ma non sarà la sua coscienza telepatica a farlo sparire, bensì la sua capacità di vedere oltre le sue illusioni, man mano che la sua coscienza telepatica si aggiusta.

Come, in passato, il velo era la misura della sua incoscienza, così, quando scompare, diventa la misura del suo avvicinarsi all’etere. Quando l’uomo ha accesso all’eterico, il velo non c’è più e l’essere umano è completo, cioè vive un’altra vita.

Il velo dell’ego all’inizio è pari alla sua incapacità di vivere il suo interesse vitale. Quando l’ego è nel suo interesse vitale, il velo è già molto più diafano, più chiaro. Già la vita non è più la stessa, ma il velo non è ancora scomparso del tutto. L’essere umano non ha alcun controllo sul velo del suo ego ed è per questo che soffre. Ma la sua sofferenza diminuisce mentre egli progredisce nell’intelligenza, perché l’intelligenza reale è il coltello che taglia il velo. Ma l’intelligenza può tagliare solo la parte mentale ed emotiva del velo. Quando questo è già fatto, terminato, l’ego è più vicino all’etere.

Il velo dell’ego è impregnato di tutte le impressioni che la vita crea in esso. E queste impressioni devono essere sempre più sotto lo sguardo della coscienza crescente dell’ego, se non vuole avere l’impressione di retrocedere nella sua evoluzione verso la coscienza pura. Quando l’ego ha l’impressione di retrocedere, di non avanzare, è perché il velo non è ancora sufficientemente sensibile all’energia dell’etere, cioè alla pura coscienza dell’essere umano. Affinché l’uomo senta che sta avanzando, deve essere in grado di realizzare se stesso sempre più al di fuori della mente inferiore e dell’emotività.

Il velo dell’ego, infatti, si fa sentire alla minima impressione soggettiva che possa manifestarsi su questi due piani inferiori dell’essere umano. Da qui l’impressione di non progredire, di non evolvere. Se consideriamo che il velo dell’ego è l’ego incosciente fino a pochi gradi, è facile rendersi conto che molte impressioni sono depositate in esso per fargli riconoscere fino a che punto è ancora incosciente o fino a che punto la sua coscienza non è totale, ma ancora condizionata da impressioni mentali ed emotive.

Il velo dell’ego trasmette all’uomo impressioni che egli ha già ricevuto; questo è ciò che chiamiamo “il fenomeno della memoria soggettiva”. È il velo dell’ego che mantiene viva questa memoria soggettiva e crea nell’uomo una falsa coscienza.

Affinché l’essere umano possa esprimere la sua realtà fondamentale, è necessario che il velo diventi chiaro a tal punto che egli non senta alcuna differenza tra ciò che fa e l’intelligenza di ciò che fa. Così che la sua azione, la sua vita, sia un’espressione completa e sempre più perfetta della sua intelligenza reale e sempre meno della sua memoria emotiva e mentale.

Finché l’ego vive la sua vita al di fuori di sé, cioè in funzione del suo velo, non ha mai l’impressione di essere reale, cioè non ha mai l’impressione di essere espressione della sua intelligenza reale. Sente sempre uno strato di coscienza non perfetto, e questa sensazione fa parte del velo.

Affinché il velo diminuisca, deve imparare a riconoscere il suo effetto sulla sua vita, in modo da diventare sempre più consapevole della sua imperfezione. La realizzazione della sua imperfezione lo rende consapevole dell’imperfezione della sua intelligenza. Questa presa di coscienza gli creerà una sorta di sofferenza che lo condurrà sempre più verso il centro di se stesso, dove il velo non esiste più.

Esiste una relazione tra il velo dell’ego e il suo interesse vitale. Finché l’ego non ha riconosciuto il suo interesse vitale, il velo esiste in lui. Infatti, la proprietà del velo è quella di nascondergli la stretta relazione tra la sua coscienza creativa e attiva e la sua intelligenza reale. Finché il velo circonda l’ego, la sua intelligenza reale è trattenuta nella sua piena misura e, a causa di questa limitazione, la coscienza dell’ego non può esprimersi secondo questa intelligenza reale o la piena misura di questa. L’interesse vitale coincide con l’intelligenza reale messa a disposizione dell’essere umano. Ora, il velo dell’ego ostruisce il passaggio di questa energia e, finché l’interesse vitale non si realizza, l’essere umano non può stare perfettamente nella sua pelle.

Se il velo è troppo denso, la vita vissuta nell’incoscienza non potrà perfezionarsi, cioè adeguarsi alla sua vera controparte. E i corpi sottili dell’uomo, di cui quello mentale e quello astrale, non saranno in grado di servirlo, cioè egli non avrà la capacità emotiva o mentale di estrarre dalla vita l’energia di cui ha bisogno, per adattarla alla propria misura. Quindi la misura della vita sarà sempre più corta di quanto lui voglia estenderla.

Il velo dell’ego esprime sempre il piccolo uomo. Ora, questo piccolo uomo è colui che si interroga sulla vita. Finché l’uomo è piccolo, è costretto a interrogarsi sulla vita, perché la sua intelligenza è piccola. Il grande uomo non si interroga più, perché il velo è scomparso ed è lui che detta, a causa della sua intelligenza reale, quello che deve vivere e come deve viverlo. Ma affinché questa chiarezza di vita si manifesti nell’uomo, egli non deve più essere velato nella sua intelligenza o le sue emozioni.

Il piccolo uomo è colui che non può ancora esplodere nella vita, costringerla a scorrere nella direzione che vede e vuole. Finché il velo del suo ego non viene percepito, gli è impossibile applicare la sua volontà e la sua intelligenza reale per accumulare, per sé e in sé, tutte le opportunità e tutte le occasioni di cui ha e avrà bisogno per formare il quadro della vita che vuole vivere. E se non può formare il quadro della vita che vuole vivere, sarà costretto a essere una pedina della vita e a rimanere un piccolo uomo, cioè una creatura.

Il velo dell’ego è simile a due forze principali nell’uomo: l’interesse personale e il gusto personale contro l’interesse vitale e l’intelligenza pura. Ora, queste due forze costituiscono i due poli su cui è appeso il velo egoico. Questi due poli sono molto potenti nell’uomo, perché uno rappresenta tutto il materiale mentale e l’altro tutto il materiale emotivo dell’ego, così che la riduzione di queste due forze nell’uomo squilibra temporaneamente l’ego, ed è questo squilibrio che egli teme e non comprende, da cui la sua sofferenza, la sua inquietudine, eccetera, eccetera.

Ma il velo dell’ego non può coesistere con l’interesse vitale e l’intelligenza pura. Perciò ogni sviluppo della coscienza vibratoria dell’ego deve diminuire il potere soggettivo e illusorio di queste due forze, sostituendolo con il potere vibratorio della coscienza reale, che deve essere intelligenza reale, e fissata in un’attività di vita reale, o interesse vitale. Se consideriamo che l’uomo passa dall’incoscienza alla coscienza, all’intelligenza reale, vediamo che la coscienza è un periodo intermedio tra l’incoscienza e l’intelligenza reale. Così, la coscienza è lo stadio che permette all’uomo di rendersi sempre più conto del velo del suo ego, ma questo stadio non è terminale, perché l’uomo deve un giorno andare oltre la semplice coscienza, per diventare realmente intelligente e vivere del suo interesse vitale, che è il prodotto di questa intelligenza reale.

Finché non raggiunge quest’ultima fase, l’uomo non può star bene nella sua pelle completamente, cioè creativamente. Può sentirsi bene con se stesso se è cosciente, ma questo bene non è completo, perché egli non ha ancora sviluppato tutti gli strumenti di cui ha bisogno per vivere bene sulla Terra, all’altezza del potere della sua intelligenza reale.

La coscienza gli permette di risvegliarsi al sottile. L’intelligenza reale e l’interesse vitale gli permettono di lavorare nel mondo materiale in modo completo e perfetto. Solo allora potrà dire di non essere più accecato, impedito, dal velo egoico. Allora cessa di essere un piccolo uomo.

Essere un grande uomo significa essere se stessi, stare bene, stare perfettamente bene. E perché l’uomo possa vivere in questo stato, il velo del suo ego deve essere strappato a tal punto da non trovare nulla nella sua vita che non sia conforme al suo benessere. Non appena il suo benessere, il suo equilibrio vibratorio, viene disturbato dal mondo esterno, egli deve essere sufficientemente nella sua intelligenza e riconoscere il suo interesse vitale per riequilibrare la sua vibrazione. Tutto questo dipende dallo spessore del velo egoico della sua coscienza.

Questo velo è denso se lo paragoniamo all’energia vibratoria delle due forze creative che sono in perfetta opposizione alle due forze egocentriche che creano il velo. L’energia vibratoria della coscienza umana non può essere razionalizzata. E non appena l’uomo è sufficientemente cosciente, può sentirla. E se non è abbastanza cosciente da integrarla istantaneamente, ne soffrirà il malessere, perché essa rimarrà attiva e viva nel profondo di lui finché egli non avrà creato l’equilibrio necessario per trarne beneficio invece di soffrirne.

Il velo egoico funge da barometro all’essere umano cosciente, perché la sua densità diventa così evidente quando viene bombardato dall’energia vitale creativa, che l’uomo si rende immediatamente conto che c’è in lui uno squilibrio vibratorio. È così che distrugge gradualmente il velo egoico e si realizza un giorno come un essere perfettamente stabile, al quale non si può aggiungere né sottrarre nulla. Si sente a suo agio nella propria pelle: il suo interesse reale, cioè il suo interesse vitale e la sua intelligenza reale hanno sostituito il velo, ed egli vive, cioè penetra lentamente, impercettibilmente, nella coscienza del suo corpo eterico dopo aver messo da parte l’incoscienza del corpo mentale inferiore e del corpo astrale.

Una volta sostituito il velo egoico, l’uomo può rendersi conto di essere stato fatto per grandi cose, cioè che è stato fatto per essere grande nella sua misura reale, invece di essere piccolo secondo la misura del suo velo.

Il velo egoico si realizza solo in base al grado di sensibilità che l’uomo ha quando le sue vibrazioni sono squilibrate. Questa realizzazione aumenta e diventa più acuta, più grande con il tempo, perché i suoi corpi sottili sono stati alterati e le loro vibrazioni modificate. La coscientizzazione quindi non è solo una pulizia psicologica, ma anche un aggiustamento vibratorio di altissima sensibilità. È questo aggiustamento che squarcia il velo egoico e permette all’essere umano di entrare nella sua intelligenza reale e nel suo interesse vitale.

Il velo egoico è un’energia che mantiene la vitalità astrale dell’uomo e gli permette di rimanere sotto l’influenza mentale ed emotiva del piano astrale. In questo modo, il velo egoico separa l’uomo dalla sua realtà multidimensionale e impedisce la realizzazione della Luce sul piano materiale, cioè dell’intelligenza attiva e creativa nell’uomo. Affinché l’uomo possa insegnare a se stesso, questo velo deve scomparire, perché finché l’uomo ne è avvolto, l’intelligenza in lui non può servire all’evoluzione. E finché l’intelligenza dell’uomo non può servire all’evoluzione, è impossibile per lui risvegliarsi al piano cosmico della Terra e della sua nuova razza.

Il velo egoico restringe la visione dell’uomo e la sua coscienza è costretta a rimanere legata a forme che sono sotto il controllo di forze anti-uomo, cioè forze che non hanno in sé il potere dell’intelligenza creativa, perché sono fuori dai piani dell’energia dell’Intelligenza.

L’energia dell’Intelligenza non è governata dai mondi invisibili della forma, quindi l’ego che la canalizza non può vivere allo stesso tempo all’interno di questo velo e all’interno dell’energia dell’intelligenza. Pertanto, qualsiasi discesa di energia nell’uomo rivolge l’uomo contro la forma e distrugge in lui il velo. Ma il velo, di per sé, non è un male, perché protegge l’uomo dalla brutalità della realtà finché non è pronto ad affrontarla. Ma deve essere realizzato, affinché l’uomo avanzi verso la realtà sottoponendosi a un aggiustamento austero e preciso dei suoi corpi sottili.

Il velo egoico è impregnato di materiale che allontana l’uomo, l’ego, dalla sua intelligenza vivente, cioè da quell’intelligenza che gli dà il potere di essere allo stesso tempo materiale e moronziale, cioè il potere di abitare contemporaneamente due piani di realtà: uno più sottile che gli serve come punto di vista universale e l’altro come punto di applicazione della scienza proveniente dal piano universale.

Finché il velo egoico permane nell’uomo, egli non può realizzarsi perfettamente, ma la sua intelligenza cresce quando egli prende sempre più possesso delle proprie facoltà interiori, volontarie e intelligenti. Per prendere possesso delle sue facoltà, deve essere in grado di vibrare con l’energia senza bloccarla costantemente a causa della sua psicologia di piccolo uomo. L’essere umano è un continuum vibratorio ed energetico e solo la sua psicologia soggettiva può neutralizzare in lui le forze che lo rendono un essere superiore.

Il velo egoico si razionalizza perfettamente. E finché l’uomo ha la capacità di razionalizzare, perde contatto con ciò che è più caro in lui: la sua energia vibratoria o la forza della sua intelligenza reale.

Il velo egoico installa l’uomo più o meno comodamente in un atteggiamento di vita che lui vuole mantenere sotto l’ombrello del suo intelletto e delle sue emozioni. Inutile dire che questa condizione non è al servizio dell’uomo, ma delle forze astrali in lui che possono perdere il loro potere di influenza solo quando l’uomo ha rivolto tutto contro la forma. La forma si adatta all’uomo man mano che questi ne comprende le leggi o le illusioni. Da quel momento gli serve a contenere l’energia, o l’intelligenza, senza necessariamente poterla ancora utilizzare oggi. Il tempo, infatti, è importante per segnare la discesa dell’energia e la sua partecipazione attiva all’interno o attraverso la forma.

Ma se il velo egoico è troppo denso, la forma prenderà il sopravvento sul tempo dell’intelligenza reale e l’ego ne soffrirà. L’ego non ha bisogno di preoccuparsi dei piani che l’intelligenza gli vela, purché sia informato in modo sottile che la forma tende verso tale o tale attività, man mano che la vita materiale coincide col tempo dell’intelligenza. L’uomo allora non ha più preoccupazioni: è nel piano creativo dell’intelligenza reale. Il piano creativo dell’intelligenza reale prende in considerazione tutte le aspirazioni reali e necessarie dell’uomo, cioè tutti i suoi movimenti reali, perché questi movimenti provengono da lei.

Ma il velo egoico deve essere sempre più eliminato dalla coscienza dell’ego, altrimenti il piano dell’intelligenza creativa sarebbe mal eseguito da un ego troppo velato. Tutti gli uomini della Terra che stanno andando, o andranno, verso la fusione, saranno istruiti sul piano dell’intelligenza creativa, e questo piano dovrà coincidere con la loro propria intelligenza reale. Ma il velo egoico non potrà interferire con questo piano, perché questo piano è indiscutibilmente reale, cioè non può essere concepito dall’intelligenza o dalla parte mentale del velo.

La parte emotiva del velo è quella che può dare alla parte mentale l’impressione del piano, cioè che può far sorgere nella mente dell’uomo vecchi ricordi che coincidono con la memoria di antiche esperienze, mentre solo l’intelligenza reale dell’uomo può creare istantaneamente una condizione di esperienza che coincide perfettamente con l’intelligenza istantaneamente realizzata sul piano dell’intelligenza universale nell’uomo.

Il motivo per cui il velo egoico deve essere sorvegliato è perché l’uomo è ingenuo per natura e la sua ingenuità diventa un ostacolo alla sua intelligenza finché non viene rimossa dalla sua mente inferiore.

Finché gli esseri umani non avranno assaporato lo straordinario potere dell’intelligenza creativa, non vedranno facilmente fino a che punto il velo egoico può impedire all’uomo di vivere una vita perfetta in una condizione creata dall’intelligenza creativa. Ma non appena inizieranno a rendersi conto di ciò che può fare per l’uomo la vera intelligenza, che essi incanalano come intelligenza dentro di sé, si renderanno conto che la vita, anche sul piano materiale, non può essere impedita di sbocciare in tutte le sue straordinarie possibilità.

Perché la Terra, il piano materiale, contiene tutto ciò che è necessario all’essere umano per permettergli di vivere una grande vita, una vita che è totale in sé sul suo piano. Ma per questo, il velo egoico, che sia ragionevole o no, deve scomparire dalla coscienza umana, affinché l’intelligenza creativa aprale sue possibilità creative all’essere umano, la cui intelligenza sta diventando sempre più reale.

Non è che l’uomo debba essere perfetto per beneficiare dell’intelligenza in lui, ma non deve essere più avvolto da questo strato di emozioni e pensieri soggettivi che non sono suoi, ma del nemico in lui.

Il velo egoico è l’impronta nell’esperienza dell’uomo della sua condizione esistenziale. Il velo egoico può scomparire dalla coscienza dell’uomo solo con il tempo, con la sofferenza che deriva dal bombardamento della sua mente e delle sue emozioni da parte dell’energia della coscienza.

Il velo egoico termina l’involuzione e la sua scomparsa apre la porta a un domani in cui la coscienza dell’essere umano non sarà più velata, non potrà più essere velata, perché sarà totalmente illuminata dall’intelligenza reale. L’uomo, il piccolo uomo, rappresenta l’attività del velo egoico sulla coscienza umana. Il grande uomo rappresenta l’esplosione dell’energia sul piano mentale, sul piano emozionale, che strappa le fibre del velo egoico e toglie all’uomo la capacità di razionalizzare il suo stato, di razionalizzare le sue emozioni e i suoi pensieri.

Il velo egoico è la menzogna dell’uomo, è la menzogna dentro l’uomo, è la menzogna contro l’uomo, anche se l’uomo la razionalizza come una virtù, un bene o una necessità della condizione umana. Non c’è nulla da fare per l’uomo che è nel velo egoico, perché non è in grado di rendersi conto che ciò che può essere fatto per lui non può provenire da condizioni che sono sostenute dalla stessa natura dell’intelligenza all’interno del suo velo, né dall’emozione all’interno di questo.

L’uomo deve vivere totalmente libero, deve essere totalmente libero. Non può più permettersi di vivere intellettualmente o emotivamente, secondo le leggi della forma imposte alla sua coscienza da forze che tessono da secoli questo velo e che continuano di ciclo in ciclo, di vita in vita, a riportare questo velo alla sua coscienza, a causa della densità dei suoi sensi, e a causa del fatto che egli non ha ancora il potere di vedere nell’invisibile, di comprendere come si muove l’universo, come si organizzano le intelligenze per mantenerlo nell’ignoranza.

Il velo egoico sarà trapassato col tempo, ma oggi l’essere umano deve iniziare a prenderne coscienza, per vivere la sua vita in modo più pieno, più saggio, più reale, più calma, più vicino alla sua intelligenza e più lontano dall’influenza che permea la sua mente e le sue emozioni a causa del suo antico legame con la memoria dell’umanità.

aggiornamento il 05/10/2024

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