Psicologia Evolutiva 53
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In italiano si legge il contenuto originale di questa pagina, in un’altra lingua la traduzione da parte di un’intelligenza artificiale (AI) di questo contenuto, quindi il risultato deve essere interpretato con discernimento.
Io provo sempre naturalmente a parlarvi in relazione alla mia esperienza, perché è il mio solo punto di riferimento e non posso realmente trattare di coscienza, o di ciò di cui parlo, in relazione a quello che è stato scritto durante l’involuzione, perché ciò che viene trattato oggi o che viene compreso oggi o che viene realizzato oggi, supera talmente il passato!
Tuttavia, spesso è difficile trasmettere nozioni che non sono soggette alle facoltà razionali dell’uomo, dell’ego, alle facoltà filosofiche dell’ego. Allora, ci resta semplicemente come mezzo di trasmissione dell’informazione occulta al popolo, un mezzo di trasmissione che è fondato su una vibrazione di punta, nella misura in cui l’uomo, io in questo caso, non ha bisogno di pensare per accedere a informazioni.
A partire dal momento in cui l’uomo non ha più bisogno di pensare, riflettere, per accedere all’informazione, canalizza quest’informazione. Una volta che essa è canalizzata, non è più sotto il controllo del suo ego: fa parte del suo essere e può essere trasmessa all’uomo, all’estraneo, in una maniera semplicissima, nel senso che essa contiene già in sé i meccanismi che impediscono all’ego di manipolarla.
Questo fa sì che una persona che è in contatto con una vibrazione come questa, quando torna a casa, quando esce dalla conferenza, c’è una parte o gran parte della conversazione che non si imprime nella mente, dunque l’uomo non ne ha a memoria: diventano conferenze difficili da ripetere. A partire dal momento in cui l’uomo realizza questo, a partire dal momento in cui realizza che può accedere a informazioni senza passare per l’ego, che può canalizzare una vibrazione e accedere a nozioni che non sono colorate, può cominciare a sentire di avere in sé una fonte, e che questa fonte è integrale.
Quando dico ‘integrale’, voglio dire che essa non appartiene al passato, non fa parte del passato dell’umanità, non fa parte della scienza libresca. E’ integrale perché è istantanea, ed è sempre alla misura del bisogno, in altre parole, quando un uomo che ha una coscienza parla, vale a dire quando è in canalizzazione, il materiale che esce è istantaneamente misurato per le orecchie che ascoltano. E questo è molto importante perché viviamo in un tempo in cui l’ego è estremamente bombardato da ogni sorta di nozioni nel mondo, da ogni sorta di sistemi, da ogni sorta di filosofie, e l’ego deve arrivare alla fine a poter selezionare.
E tutto ciò che esiste ha un certo lato buono: le filosofie orientali hanno un lato buono, le filosofie occidentali hanno un lato buono, tutto ciò che è apportato all’uomo ha un lato buono. Ma c’è anche un lato che ritarda la sua evoluzione, ed è per questo che nella canalizzazione, a partire dal momento in cui l’uomo avrà una coscienza libera dalla riflessione, quando l’uomo non avrà più bisogno di pensare per parlare, allora l’informazione che riceverà dai piani sarà un’informazione che non sarà diretta alla sua anima, ma solamente al suo Spirito.
Quindi, a partire dal momento in cui l’uomo riceve un’informazione che non è diretta all’anima o all’ego riflessivo, ma al suo Spirito, l’uomo può comprendere ciò che viene detto anche se non lo afferra. In altre parole, una persona nella sala può molto facilmente dire: « Ah! Questo lo capisco, ho sempre saputo quello che lui dice, lo sapevo »!
Bene, a partire dal momento in cui avete questa certezza, questa certezza fa parte della vostra realtà, e dovete conservarla questa certezza, perché è già un punto che vi porta o potrà portarvi alla fine ad avere la vostra propria canalizzazione. In altre parole, è importantissimo che l’uomo sappia, che l’essere umano sappia che a partire dal momento in cui un’informazione non è colorata, essa è integrale, ed essendo integrale, esiste già nella coscienza dell’uomo.
Se fosse della filosofia, potreste dire: « Beh, a questo non avevo pensato », o: « Questo non lo sapevo », ma siccome è informazione integrale, è possibilissimo, e dovrebbe essere molto naturale, che diciate: « Questo lo sapevo, questo mi sembra buono, lo sapevo, non ci avevo pensato così ma lo sapevo ». A partire dal momento in cui l’uomo ha questa certezza, ha già contatto con la sua propria realtà e io voglio sviluppare questo punto perché voglio approfondire il carattere intuitivo dell’ego.
L’intuizione è molto, molto mal compresa, perché l’intuizione in generale è spiegata in modo psicologico e questo elimina dalla comprensione gli elementi occulti della percezione. In ogni forma di intuizione, c’è in voi una canalizzazione di informazione. Ma l’uomo non afferra, non realizza proprio la natura della sua intuizione perché non comprende che il pensiero viene da altrove.
Per comprendere realmente che cos’è l’intuizione, occorre sapere che il pensiero viene da altrove. E a partire dal momento in cui uno sa che il pensiero viene d’altrove, l’intuizione non esiste più, la coscienza intuitiva passa a un altro livello, e quello che avete, è semplicemente informazione, ma è informazione diretta. Dunque, l’intuizione è informazione diretta. E l’ego deve sapere e deve riconoscere di avere accesso a informazione diretta. Non è una cosa speciale avere accesso a informazione diretta.
Tutti gli esseri umani hanno accesso a informazione diretta, ma non lo riconoscono, e siccome non lo riconoscono, c’è una parte della loro intelligenza sottile che non fa parte della loro coscienza. Ed è questa parte sottile di intelligenza che fa parte della coscienza umana a dover essere realizzata nell’ego, perché esso arrivi alla fine a sapere di sapere o a realizzare che sa, e a non lasciarsi più influenzare dall’esterno.
Perché un uomo che sa qualcosa, non nel senso intellettuale del termine, ma nel senso intuitivo, vivo del termine, sarà sempre meno influenzato dall’esterno. E quando parlo dell’esterno, parlo dei sistemi di pensiero, delle religioni, delle filosofie, e così via. Dunque egli diventa alla fine il suo proprio maestro di pensiero, e col tempo può abituarsi a essere il suo proprio maestro di pensiero.
Col tempo, la vibrazione si accentua, si sviluppa, l’ego diventa più sicuro, più aggiustato, più abile a maneggiare questa vibrazione, e alla fine essa può servirgli sul piano creativo, sul piano della parola, sul piano della scrittura e così via. Ho riconosciuto da qualche anno che ci sono persone che si sono messe a scrivere e che hanno scritto libri estremamente validi. Perché? Perché hanno imparato a mettersi in vibrazione e a lasciare che il testo si scriva invece di cercare di scriverlo!
Sul piano della parola è la stessa cosa: se l’uomo si abitua a lasciar parlare il canale invece di interferire sempre attraverso il suo ego e cercare, all’interno di questo processo, il famoso fenomeno della verità o della menzogna, a quel punto diventerebbe creativo e realizzerebbe di avere accesso a una fonte di informazione estremamente ricca, molto varia, a seconda della sua natura, del suo temperamento, anche di ciò che deve fare nel mondo.
Perché vi dico questo? Vi dico questo perché l’ego planetario oggi si sente solo nel mondo. L’uomo si sente solo, prova a diminuire questa solitudine nelle sue relazioni umane, ma esiste sempre in lui una grande solitudine. E la ragione per cui l’uomo vive una solitudine, questa famosa solitudine di cui parlava Schopenhauer, è perché l’ego non è cosciente di sé sugli altri piani.
Se l’ego fosse cosciente di sé sugli altri piani, dunque se avesse accesso a questa informazione, se avesse accesso a questa certezza, se avesse accesso a questa comunicazione interna che non è spiritualizzata, ma totalmente mentale, non conoscerebbe la solitudine perché sarebbe sempre in vibrazione mentale. E essere in vibrazione mentale vuol dire essere sempre sveglio. Questo non implica fare della meditazione. Un uomo cosciente sempre sveglio non ha bisogno di fare della meditazione: è sempre in meditazione.
Dunque, dal momento in cui fate della meditazione, è perché siete già addormentati! Mentre l’essere cosciente non ha bisogno di fare niente perché è sempre sveglio. E perché è sempre sveglio? Perché non ha mai niente da capire. È il fatto di non avere niente da capire che fa sì che l’uomo sia sempre sveglio. Se dovesse capire qualcosa, c’è una parte di lui che sarebbe addormentata.
Ma perché l’ego realizzi o sappia che non ha niente da capire nel senso reale del termine, non nel senso psicologico dell’ego o nel senso egocentrico del termine, occorre che sappia di essere intelligente. Ma come volete che l’ego sappia di essere intelligente se non può accedere alla propria intelligenza! E l’intelligenza di cui parlo, non è l’intelligenza cui accedete quando andate all’Università di Montréal per avere un dottorato! L’intelligenza di cui parlo, è quella facoltà nell’ego di poter intervenire direttamente nel processo mentale universale. Cioè, in quel processo che gli permette, come essere incarnato, di decifrare quello che lo Spirito vuole dirgli.
Dal momento in cui l’ego è capace di decifrare quello che lo Spirito può dirgli, diventa estremamente abile in questo processo, e alla fine non ha nemmeno più bisogno di comunicazione telepatica, dunque non ha più bisogno di pensare.
Tutto ciò di cui ha bisogno è la vibrazione. Dunque, un uomo che vive in un processo puramente vibratorio, è come un telefono cellulare in cui nessuno parla ma dove c’è semplicemente il campo magnetico. Dunque, l’uomo può vivere in uno stato di coscienza mentale estremamente calmo, estremamente imperturbato, e allo stesso tempo essere estremamente sveglio per poter parlare o poter scrivere. Questo si produce all’esterno del processo riflessivo dell’ego.
Dunque, un ego che riflette troppo, che è troppo nella fase riflessiva, è un ego che automaticamente subirà un certo grado di noia. Perché? Perché ci sarà sempre qualcosa nella vita che egli non comprenderà. Mentre un ego che è in un processo di coscienza creativa non può annoiarsi. Perché? Perché ha sempre delle risposte! E perché ha sempre una risposta? Perché ha sempre un interlocutore dall’altro lato.
Ma questo interlocutore, chi è? Che sia il suo Spirito, che sia il suo doppio, che sia la sua fonte, non importa. Ma questo interlocutore è un qualunque livello di intelligenza, è un’architettura di intelligenza. È un processo intelligente che può essere identificato, se si vuole, o che non ha bisogno di esserlo se non si vuole. Ma questo processo è accessibile a tutti gli uomini, fa parte della coscienza di tutti gli uomini.
Nel suo modo più prosaico, bene, questo si chiama l’intuizione, ma nel suo modo più pragmatico, più occulto, più mentale, più diretto, più brillante, è quello che si chiama la fonte, è quello che si chiama il contatto telepatico col piano mentale, è la sua struttura mentale elevata, è l’origine della coscienza dell’ego, è l’origine del pensiero. E il pensiero ha un’origine.
Se l’uomo fosse sufficientemente cosciente e guardasse il suo pensiero, vedrebbe che in certi momenti della sua vita il pensiero è totalmente non-intelligente. Se fosse cosciente, potrebbe interrogare la non-intelligenza del suo pensiero. Vi faccio un esempio. Un uomo può perdere la sua « bionda » che lui ha molto amato e può avere il pensiero, un pensiero come: « mi annoio ». « Io mi annoio », non è un pensiero intelligente, è un pensiero astralizzato! Lo Spirito non si annoia! Dunque, se l’uomo riceve un pensiero come « io mi annoio », sta a lui domandare alla fonte e dire: « Cosa vuoi dire, con ‘tu ti annoi’ »…?
Se dice alla sua fonte, se domanda alla sua fonte: « Che cosa vuoi dire con ‘io mi annoio’ »…? La fonte sarà obbligata a rispondere: « Ti prendevo in giro ». Comprendete quello che voglio dire! Non c’è alcun pensiero, non c’è alcun pensiero negativo sulla Terra che non sia una colorazione del suo Spirito. Se l’uomo è incosciente o se fa parte dell’involuzione, questo pensiero negativo continuerà in effetti per la sua strada, perché non trova resistenza. E un pensiero che non trova resistenza può attraversare l’uomo per anni.
Ma se l’ego, poiché ha accesso a una nuova psicologia, fa resistenza al pensiero negativo e l’interpella dicendo: « Beh, che vuoi dire con ‘io mi annoio’ »…? Lo Spirito sarà obbligato, o la fonte, o l’altro piano sarà obbligato a dire: « Beh, ti prendo in giro ». Perché? Perché lo Spirito, lui, non si annoia! Dunque, chi è che dice all’uomo: « Io mi annoio »…? E’ lo Spirito che disfa il pensiero, che lo rende non creativo, per dargli l’impressione di essere nel suo ego, capite quello che voglio dire?
Se l’uomo è sveglio… ed è questo che vuol dire essere sveglio: essere sveglio o essere cosciente, vuol dire essere capace di fermare, di interpretare il pensiero quando è in un modo negativo. Quando è in un modo positivo, non c’è problema, perché non c’è sofferenza, ma quando è in un modo negativo, c’è una sofferenza. E quando c’è una sofferenza nel pensiero c’è manipolazione da parte dei piani.
La psicologia, questa psicologia sovramentale o questa psicologia dell’evoluzione, questa nuova psicologia permetterà finalmente all’ego di sapere e di riconoscere che il pensiero ha sempre due aspetti: uno per lui e uno per lo Spirito. Ci sono sempre due piani per un pensiero. E se l’uomo è sveglio e riceve un pensiero come « io mi annoio », può vivere solo un piano, « io mi annoio ». Se vive solo su un piano del pensiero, penserà che si annoia.
Ma se realizza che ci sono due piani per il pensiero: il piano dove “io mi annoio” e il piano dove “io ti prendo in giro dicendoti che tu ti annoi”, eliminerà l’aspetto psicologico del suo pensiero, dunque non si annoierà più e impedirà quindi al suo Spirito, in seguito, di parlargli così. Dunque, in futuro, lo Spirito non potrà più dire all’uomo « io mi annoio ». Impedendo allo Spirito di dirgli « io mi annoio », l’uomo comincerà a dominare il suo Spirito, ed essendo il suo Spirito molto creativo scoprirà certamente altra cosa.
Un giorno dirà: « è noioso »! Se l’uomo dice, interpellando il suo Spirito: « Che cosa vuoi dire con ‘è noioso' »…? Lo Spirito sarà obbligato a dire: « Beh, ti prendo in giro ». L’uomo avrà scoperto un piano del pensiero che è soggettivo, dunque lo Spirito finalmente non potrà più dirgli « è noioso ». Sarà obbligato a dire altre cose, e così via, e così via, finché l’uomo non si rende conto che lo Spirito proverà a distogliere il suo sguardo egoico dalla fonte del suo pensiero, finché lui non avrà compreso che il pensiero soggettivo, negativo, è un’illusione.
E’ per questo che la realtà non si pensa, la realtà si sa ma non si pensa. L’irreale si pensa, il lato intellettuale della coscienza si pensa, quello che si pensa del mondo, dell’universo, quello si pensa. Ma se volete sapere come è costruito l’universo, come funziona l’universo, quanti universi ci sono, quanti super-universi ci sono, qual è la natura dello spazio, qual è la natura delle forze che controllano, qual è l’origine dell’energia, è bello, è bene dire: « Beh, c’è energia nell’universo, ci sono atomi, c’è questo », ma da dove viene l’energia, da dove viene il freddo, da dove viene il caldo, chi crea il freddo, chi crea il caldo?
Se l’uomo vuole accedere a questioni fondamentali che riguardano l’architettura dei mondi, deve aver accesso a un modo di pensare che non è su un piano intellettuale, ma su un altro piano, dunque che tratti col suo Spirito. Ma se l’uomo non è capace di trattare col suo Spirito, sul piano puramente psicologico del suo ego, a livello di pensieri così noiosi come « io m’annoio », come volete che l’uomo scopra i misteri della vita, dell’universo, dell’evoluzione, dei Fuochi, degli Eterni, eccetera, eccetera: è impossibile!
Dunque, perché esiste l’ego? L’ego esiste perché è una riflessione, è la sola ragione per la quale l’ego esiste. Se l’ego non fosse riflessivo, l’ego non esisterebbe in quanto tale, sarebbe semplicemente una lente per far passare la luce verso il piano materiale. Quindi l’uomo saprebbe, accederebbe a quello che ha bisogno di sapere perché quello fa parte della realtà, fa parte della sua evoluzione, fa parte delle condizioni fondamentali dell’esistenza.
Ma poiché l’ego esiste e c’è riflessione, l’uomo non ha accesso a quello che è reale, dunque non conosce la genesi del reale, conosce solo l’impressione che il reale crea nella polarità della sua mente. Ed è quello che si chiama l’esistenza. Dunque l’uomo è un essere esistenziale, è esistenziale fino alla morte.
Invece di avere una coscienza reale, l’uomo ha una coscienza esistenziale. E la sua coscienza esistenziale gli permette di creare sistemi di pensiero, modelli di pensiero molto, molto interessanti, le filosofie, le religioni, ma tutti questi temi di coscienza non fanno parte della realtà. Dunque, se l’esistenza ci parla di ego, se la filosofia ci parla di ego, se le religioni ci parlano di Dio o se le teologie ci parlano, non so, di Angeli o Arcangeli o Cherubini, questo non fa parte della realtà.
Perché non fa parte della realtà? Perché la realtà non si pensa, la realtà si descrive per vibrazione, man mano che l’uomo entra in contatto mentale con un piano della sua coscienza che non è governato dalla riflessione. Dunque, a quel punto, non è più soggetto alle leggi dell’ego, non è più soggetto alle leggi esistenziali della riflessione e non può più annoiarsi, non può più essere solo e non può più dire di non comprendere, perché tutto è accessibile.
Quindi il mistero non esiste più, e dal momento in cui il mistero non esiste più, nemmeno la curiosità esiste più, perché la curiosità dell’ego fa parte dell’incoscienza dell’ego.
Non c’è alcun uomo sulla Terra in coscienza mentale che sarebbe interessato a sapere checchessia. Ma gli uomini della Terra in incoscienza psicologica vogliono tutti sapere. Perché l’uomo incosciente vuole sapere mentre l’uomo cosciente non vuol sapere niente? L’uomo incosciente vuole sapere perché non sa. L’uomo cosciente non vuole sapere perché ha accesso al sapere. E nessun uomo cosciente vuole accedere a tutto il sapere perché è una perdita di tempo, è faticoso, ci sono troppe cose.
Avete bisogno d’acqua, aprite il rubinetto, ma non lo fate colare sempre il rubinetto, lo chiudete. Allora un uomo cosciente, apre il rubinetto. Gli fate una domanda, bene, ha bisogno di sapere, riapre il rubinetto e poi lo richiude. Quindi l’uomo cosciente non deve mai far ricorso all’utilizzo della curiosità per elevarsi sui piani della coscienza, mentre l’uomo incosciente deve utilizzare la curiosità per scoprire gli arcani della conoscenza, ma questo, questo fa parte del gioco della riflessione dell’ego.
Ho già detto che le filosofie non esistono più, che la filosofia non esiste più, e che la filosofia non può più esistere, perché i filosofi, non importa quali, Sartre, tutta la banda di filosofi, dai più antichi ai più moderni, hanno fallito. Nel senso che non sono stati capaci di scoprire o di accedere a una critica assoluta. Se i filosofi avessero avuto accesso a una critica assoluta, la filosofia sarebbe stata istantaneamente trasmutata in una coscienza integrale.
Ci sono tre aspetti nella critica assoluta. In una critica assoluta, c’è il fatto che l’uomo, in quanto essere pensante, è capace di negare l’origine della sua coscienza per infine accedere alla vera origine della sua coscienza, che è quella che non pensa. Il secondo aspetto della critica assoluta è che l’uomo che ha una critica assoluta non è più interessato a riflettere, quindi a pensare in maniera soggettiva, perché sa benissimo che le forme utilizzate sul piano della coscienza mentale, dunque le forme che sono utilizzate per la costruzione dell’architettura della mente, devono essere distrutte in un certo tempo affinché l’uomo evolva. Questo fa parte dell’evoluzione.
Ciò che è stato creato deve essere distrutto perché vengano altre creazioni, più avanzate. Se l’uomo si attacca alle costruzioni anteriori, se l’uomo si attacca alle costruzioni che sono state fatte, che sono il risultato della riflessione, l’uomo non potrà mai creare i modi di vedere, i modi di pensare, i modi di accedere all’informazione di cui ha bisogno, per finalmente metter fine alla sua ignoranza planetaria.
Se si vuole sapere che cosa è Dio, se si vuole sapere che cos’è un Arcangelo, se si vuole sapere che cos’è un Intemporale, bisogna poterlo dire, bisogna poterlo dire! Se uno non può dirlo perché riflette troppo, a quel punto è obbligato ad assorbire quella forma lì e a vivere con essa. Quindi vive con il concetto di Dio, con il conetto degli Arcangeli, con il concetto degli Intemporali, ma non si libera del concetto di Dio, non si libera del concetto degli Arcangeli, non si libera del concetto degli Intemporali, quindi non accede ai misteri.
E se l’uomo non è capace di accedere ai misteri, la sua vita è totalmente riflessa, lui non è che un pezzo pensante nel “meccano” cosmico di questa energia che è chiamata “la coscienza”, perché il fenomeno del pensiero è semplicemente un’architettura inferiore, il pensiero non è necessario nell’universo locale. Il pensiero è necessario per l’uomo che ha un ego che riflette, perché gli permette di sapere che egli E’, la famosa constatazione filosofica: “Penso, dunque sono” di Cartesio!
E’ semplicemente una forma estremamente primitiva di coscienza. Dire: “Penso, dunque sono”, è realmente negare il carattere mentale della coscienza umana, dove finalmente l’uomo si eleva a un piano in cui è capace di dire: “Non penso, dunque so”! Ma per un filosofo del diciassettesimo, diciottesimo secolo, dire: “Non penso, dunque so”, sarebbe stato assurdo. Mentre per l’uomo cosciente, dire “Non penso, dunque so”, è finalmente l’inizio della coscienza ed è l’inizio della fine di ciò che si chiama “l’assurdità esistenziale filosofica”.
Quindi è importantissimo per l’essere umano dell’evoluzione, l’essere di domani, l’essere che accederà finalmente a una coscienza evolutiva o a una psicologia creativa, comprendere che la totalità dei concetti che sono serviti alla costruzione della civiltà giudeo-cristiana, sono serviti in un tempo in cui era necessario per l’uomo pensare, perché lui doveva, sul piano… [interruzione della registrazione]…
[ripresa della registrazione]… egli comincia a scoprire dei mondi, i mondi paralleli, il mondo mentale, la fonte della sua mente, la fonte della sua coscienza, la natura del suo pensiero, la potenza del suo pensiero, il carattere notturno del suo pensiero che chiamate “sogni”. Dunque l’uomo comincia ad accorgersi di essere costantemente nutrito, è nutrito da cosa? Dal piano mentale! Ma può nutrirsi della sua coscienza solo se essa non è emozionabile, in altre parole se non è animalizzata, in altre parole se non fa parte del passato, in altre parole se non è governata dalle leggi della paura.
Dal momento in cui il pensiero non è più governato dalle leggi della paura, l’uomo non ha più limite a livello della mente. Gli fate una domanda e lui ha una risposta, perché? Perché non è più governato dalla legge della polarità che è la legge della menzogna, che è la legge del vero o del falso. Un uomo cosciente non è interessato alla verità.
Quando mangiate una buona bistecca, non vi si chiede se è vero che è buona, vi si chiede semplicemente se è buona.
Quando andate al bagno e siete a vostro agio, non vi si domanda se è vero che siete a vostro agio: voi siete a vostro agio! Dunque, la questione del vero o del falso fa parte della polarità della mente umana ed è all’origine della creazione delle architetture della mente inferiore che, nel nostro caso, chiamiamo la civiltà giudeo-cristiana.
Ma nel caso dell’evoluzione futura in cui l’uomo si individualizzerà, questa coscienza che, in passato, aveva fondato le sue basi sul vero e il falso, fonderà le sue basi sulla neutralità di questi due aspetti, e l’uomo in seguito sarà finalmente libero di estrapolare o studiare ciò che chiamate “i misteri”. Ma che cos’è un mistero? Un mistero è molte cose. Un mistero è l’incapacità di sapere. Un mistero è la credenza che non si può sapere.
Un mistero è il mantenimento di questa credenza da parte dei piani, dunque dei piani di pensieri, dunque da forze che manipolano l’uomo, utilizzando cosa? Le paure! Per impedirgli cosa? Di sapere! Perché delle forze impedirebbero o vorrebbero impedire all’uomo di sapere? Perché un uomo non può sapere se non è pronto a sapere, quindi ci sono delle forze che gli impediscono di sapere prima del tempo, perché se l’uomo sapesse prima del tempo, impazzirebbe. Perché impazzirebbe? Perché penserebbe troppo.
Non potete pensare a delle infinità o a cose che non si pensano e restare normali nella vostra vita quotidiana, nel vostro lavoro. L’uomo non può assorbire senza fine impressioni troppo forti, troppo polarizzate: il suo cervello scoppia, il suo Spirito non è più calmo. E’ per questo che l’uomo, dal momento in cui comincia a riconoscere la fonte del suo pensiero, comincia già a dividersi in due. C’è lui, in quanto ego un po’ più sveglio, e c’è l’altra parte di lui sul piano mentale che è la sua coscienza originale.
Con questa coscienza originale, non c’è più problema, perché già l’uomo sa che non è lui a pensare. Se non è lui a pensare, sa che non è lui che pensa, non c’è più problema di pensiero poiché tutto ciò che verrà alla sua mente fa parte di una canalizzazione e non di una riflessione. E’ la riflessione nell’ego che è pericolosa, non la canalizzazione. Dunque, dal momento in cui l’uomo può canalizzare, poiché non è più lui a pensare, sa che non è più lui a pensare, comincia a liberarsi del vero o del falso, tutto ciò ch’egli pensa nella sua mente è normale, è naturale.
Dunque voi gli fate una domanda, secondo la domanda, secondo l’origine della domanda, secondo colui che fa la domanda, se siete un italiano, mi domandate che cos’è Dio, vi risponderò in un modo che converrà al vostro carattere italiano. Se siete cinese e mi domandate che cos’è Dio, vi risponderò ancora, sempre, in rapporto al vostro carattere di cinese.
Se siete di un altro tipo, vi risponderò in relazione a quest’altro tipo. Perché? Perché la mente è obbligata a creare una forma-pensiero che dia sollievo alla coscienza inferiore ma non la distrugga. Quindi, se l’italiano è troppo religioso e troppo nella sua religione, e deve conservare la sua religione, ama la sua religione o ha molte memorie della sua religione, non sono io, come uomo, a turbare il suo Spirito. Quindi gli darò una definizione di Dio che andrà abbastanza… Che aiuterà un po’ ad aprire il suo Spirito ma non metterà il suo Spirito in pericolo.
Dunque ci sono molti modi di rispondere a un aspetto del mistero. Ci sono molti modi di rispondere alla domanda: Dio esiste… Che cos’è un Super-universo, da dove viene il freddo cosmico, da dove vengono gli Eterni, quali sono gli Eterni, quali sono i governi che dirigono il mondo, che cos’è che viene chiamato “Satana”, che cos’è una forza luciferina?! Tutte queste cose, tutte queste domande, tutti questi concetti hanno una o più risposte, secondo a chi si parla, secondo quando si parla!
Uno parla all’uomo che è esterno a lui o riceve l’informazione per sé? E’ ancora un altro livello. Dunque, a partire dal momento in cui l’uomo cesserà di cercare la verità sulla Terra, si libererà del fenomeno della credenza. E liberandosi del fenomeno della credenza, comincerà finalmente a dimenticare che esiste in lui molta paura.
Perché, benché la credenza fu necessaria durante l’involuzione per sostenere l’ego, nella sua debolezza animale, dunque la paura dell’infinità, la paura della morte, la paura di tutto ciò che esiste che lui non comprendeva, nell’evoluzione questo fenomeno dovrà scomparire dalla coscienza umana. Perché? Perché un uomo cosciente non può vivere la paura, farla vibrare dentro di sé. E quando credete a qualcosa, vivete la paura, perché la credenza vi dà un sostegno che, in un certo tempo, è utile, ma in un altro tempo non lo è più.
E a partire dal momento in cui l’uomo sarà sufficientemente avanzato sulla scala dell’evoluzione, la paura non farà più parte della sua coscienza, perché? Perché innanzitutto, egli dovrà realizzarsi. Realizzarsi, cosa vuol dire?
Dovrà sapere. Sapere, cosa vuol dire? Vuol dire accedere a quello che non è pensabile. A partire dal momento in cui l’uomo può cominciare ad accedere a quello che non si pensa, lì comincia a essere interessante!
Ma finché l’uomo può accedere solo a ciò che si pensa, egli è governato dai sistemi di credenza e la sua coscienza non può avanzare, e non può fare avanzare quella degli altri. Perché? Perché è intrappolato nel passato, è intrappolato nelle strutture della involuzione della sua civiltà, che egli sia cinese, che sia orientale, che sia cattolico, protestante, e così via.
Dunque il ruolo dell’uomo, il ruolo dell’uomo sulla Terra, alla fine, il ruolo dell’anima incarnata sulla Terra, alla fine, cosa sarà? Fondersi con lo Spirito! Perché? Per liberare finalmente l’essere, cioè l’aspetto pensante dell’uomo. E che cos’è questo aspetto pensante dell’uomo? E’ l’ego che riflette, perché quest’ego che riflette arrivi finalmente a scoprire i misteri.
E quando l’uomo avrà scoperto i misteri e avrà sviluppato una grande maturità riguardo a questa scienza interna, e avrà sviluppato una grande vibrazione, potrà applicare queste scienze a tutto ciò che esiste, l’atomo, la malattia, il cibo… potrà creare una nuova scienza, potrà creare un nuovo modo di affrontare sulla Terra le forze materiali. Sarà una nuova civiltà che potrà far eclissare quella che oggi conosciamo.
Ma finché l’uomo sarà obbligato a riflettere per sapere, non farà che progredire sulle leggi della credenza e all’interno dei sistemi della credenza, e la sua evoluzione mentale sarà estremamente diminuita, estremamente limitata, e non potrà estendere sulla Terra questa luce che fa parte della sua integrità. Essa resterà semplicemente una parte di lui, nascosta nel suo involucro, ma non farà parte della civiltà.
E gli uomini e i governi e tutto ciò che vive su questo pianeta non potrà beneficiare di quella che si chiama la coscienza cosmica, perché la riflessione è in sé limitativa ed è fondata sulla credenza che è fondata sulla paura. E i nostri ego vengono modellati, tutti i nostri ego, che siamo dell’Occidente, che siamo dell’Oriente, i nostri ego vengono modellati: non li modelliamo noi. I nostri ego vengono modellati!
E un ego che è modellato, è un ego che non ha potenza creativa perché non è capace di interrogare quello che non è mai stato spiegato, quello che non è mai stato detto, non può interrogare i misteri. I misteri fanno parte della sua limitazione, e le Chiese, le religioni li utilizzano per il loro proprio potere spirituale! Ma se voi parlate… Se avete una comunicazione telepatica col piano mentale e dite: « Bene, oggi voglio sapere che cos’è tale cosa », e vi viene detto: « Bene, tale cosa è tale cosa, è questo ». A quel punto, vengono rotte in voi le strutture antiche del vostro pensiero, e quindi voi avanzate.
Un altro giorno, domandate: “Che cos’è tale cosa”…? Vengono ancora rotte in voi le strutture del vostro antico pensiero. Quindi alla fine, l’uomo arriva a una constatazione, che è la sua coscienza universale. E una volta che egli ha una coscienza universale, non ha più bisogno di niente sul piano materiale. Quando dico che non ha più bisogno di niente, voglio dire che è pieno. Non è più alla ricerca di se stesso, non si cerca più, non c’è più maestro per lui, né sul piano materiale né sugli altri piani. Dunque lui cos’è? Lui è in pace! La pace!
Dunque la pace che le religioni ci hanno progettato è una pace mistica, è una pace spirituale, è una pace che è quello che io chiamo “la farsa degli dei”. La prova, è che i mistici, durante l’involuzione, i mistici, le persone che cercavano questa pace con grandi sforzi, spesso si flagellavano, si flagellavano, si flagellavano, si flagellavano per trovare la pace! Quanti mistici si sono flagellati per trovare la pace!
E alla fine hanno talmente sofferto, hanno talmente squilibrato il loro corpo astrale che hanno cominciato a vedere, ad avere allucinazioni, a vedere sul piano astrale, a vedere proiezioni, a vedere spiriti (che spesso non erano sempre buoni spiriti), a levitare. Credete che è normale per un uomo levitare così? Hop, arrivato al soffitto! Uno levita quando vuole. Ah! E’ arrivato al soffitto! Lo sguardo alterato… E uno trova questo interessante!
Sarebbe bene levitare così al soffitto, hop, tutti a levitare al soffitto! Nessun controllo! Perché uno spirito decide di utilizzare le nostre energie per… Hop! E alla fine, dopo la vita, gli si dà un nome, è un santo: ha levitato al soffitto, è appeso [risate del pubblico]. Dunque è molto importante per l’essere umano cominciare a comprendere che la credenza fa parte delle strutture mentali inferiori dell’involuzione e che l’uomo dell’evoluzione, l’uomo che verrà nel corso dei secoli, delle generazioni, che avrà una coscienza, non potrà credere, non perché non vorrà, ma perché non potrà!
I meccanismi fondamentali della sua coscienza egoica saranno stati trasmutati a un punto in cui la credenza non potrà più far parte della sua mente, perché non ci sarà più paura in lui. E non si vede che c’è un legame tra la credenza e la paura! E vi assicuro che c’è un legame tra la credenza e la paura. Prendete un buon cattolico che crede con fervore in Dio o in non importa cosa, dategli un’opposizione, fategli vivere un’esperienza opposta al suo credo, e vi assicuro che vedrà in questa posizione le opere del diavolo!
In tutte le credenze c’è un fondamento di paura, ed è una delle ragioni per cui il passaggio dall’involuzione all’evoluzione sarà un passaggio molto difficile, gli uomini vi accederanno a diverse scale, con tempi diversi, ma sarà un passaggio difficile, perché l’uomo è stato talmente abbrutito durante il suo passato che la realizzazione personale, accedere a un essere transpersonale, pre-personale, che fa parte di lui, tutto questo va talmente contro la sua coscienza, la sua memoria, che gli uomini che passeranno dall’involuzione all’evoluzione vivranno necessariamente una forma qualunque di iniziazione.
Non può esserci passaggio da quest’era a questa nuova era senza iniziazione, perché l’uomo antico deve essere totalmente trasmutato, quindi ciò che viviamo sul piano materiale come esperienza aiuta questa trasmutazione. E gli uomini che avranno una certa intelligenza, una certa coscienza, una certa sensibilità, una certa percezione, beneficeranno finalmente di questi shock di vita e li utilizzeranno per superare la propria paura e alla fine toccare con mano questo aspetto di se stessi che è reale, che è fondamentale, che non ha niente a che vedere con la conoscenza riflessa, e che rappresenta integralmente la loro coscienza universale.
Guardate quello che abbiamo fatto nella scienza sul globo da cent’anni, dalla rivoluzione industriale fino ad oggi, eppure l’uomo, di per sé, non si è evoluto! Si è fatto molto sul piano della scienza, ma sul piano psichico dell’uomo si è fatto molto poco. E perché? Perché l’uomo evolverà su una base totalmente individuale. Non si dirà mai: “Ah, ci sono molti uomini coscienti sulla Terra”. Perché la coscienza universale, questa coscienza che deriva dal legame fra l’uomo e la sua connessione universale sarà totalmente individualizzata.
Ed è importantissimo comprendere questo, perché si ha sempre tendenza a credere o a voler credere che gli uomini possano essere portati insieme e fare cose insieme in una coscienza universale. E vedrete che più gli uomini saranno in una coscienza universale, più gli uomini saranno in una coscienza integrata, integrale, più l’ego sarà individualizzato, meno gli uomini vorranno fare cose insieme, perché a un certo punto, quando l’uomo evolve e ha sufficientemente integrato la sua energia, non può più assoggettarsi, a livello della mente, a una vibrazione inferiore alla sua.
In altre parole, un essere cosciente non può vivere i conflitti di ego, non vuole vivere conflitti di ego. Mentre l’uomo incosciente, anche se non vuole vivere conflitti di ego, traffica sempre per creare conflitti di ego. Mentre l’uomo cosciente non vuole vivere conflitti di ego, vuole liberarsene, vuole la pace. Dunque questa coscienza universale non sarà mai di carattere collettivo, sarà sempre di carattere individuale, e negli aspetti più utili, più conservatori, più elevati di questa coscienza, avremo probabilmente dei legami, certe alleanze. Ma si tratterà di alleanze estremamente sensibili, estremamente temporanee, estremamente misurate, così che l’uomo cosciente non farà più parte di quello che oggi chiamiamo l’umanità planetaria.
Dunque il concetto di società, il concetto di nazione, il concetto di gruppo, il concetto di collettività, che fa parte dell’organizzazione societaria dell’involuzione, a partire dal momento in cui l’uomo sarà cosciente, questo concetto non farà più parte dei bisogni psicologici dell’ego. Ciò non vuol dire che l’uomo cosciente sarà un mistico o che si ritirerà dal mondo, no! Ma passerà nel mondo in maniera sconosciuta, vivrà nel mondo in maniera sconosciuta, beneficerà del mondo, di quello che il mondo ha fatto di bene. Ma lui come individuo vorrà vivere la pace nel mondo.
E la pace nel mondo, si vive in relazione con esseri che sono sempre meno egocentrici, cioè che hanno energie mentali estremamente bilanciate, equilibrate, non astralizzate, ed è lì che l’uomo troverà la sua pace. Perché? Perché avrà la volontà d’essere. Cercherà solo la pace. Mentre l’uomo oggi cerca il piacere, il desiderio, le cose del mondo. L’uomo di domani cercherà la pace, e in relazione con questa pace, se c’è del piacere, tanto meglio. Se ci sono cose del mondo, tanto meglio! Ma sarà la pace ad essere fondamentale, ad essere il suo mantra fondamentale e a permettergli di continuare a vivere in un corpo materiale fino alla fine dei suoi giorni.
Dunque bisogna conservare i grandi movimenti di vita, le grandi cose che facciamo nella vita in cui vogliamo trovare la pace, ma in cui non la troviamo… Nell’amore, nel lavoro. E l’uomo sarà obbligato un giorno a guardare, a fare un’analisi fondamentale del suo amore, fare un’analisi del suo lavoro, e vedere se in queste cose, in queste esperienze, la pace esiste. Se la pace non esiste e lui ha una certa coscienza, sarà obbligato a cercarla altrove. Non perché sarà bene che la cerchi altrove, ma sarà necessario che la cerchi altrove.
Una volta risvegliata la coscienza, essa non può più addormentarsi, ma uno non può svegliarla da sé, essa cerca di svegliarsi in sé, creandoci ogni sorta di cose. Ci dà dei meccanismi, delle scienze o una scienza che possiamo utilizzare per identificarne i meccanismi. Ma una volta che la coscienza è sveglia, l’uomo non può più riaddormentarsi. Ed è a partire dal momento in cui non potrà più riaddormentarsi che realizzerà che essere sveglio, è una costante tendenza alla sofferenza.
E questa costante tendenza alla sofferenza bisogna padroneggiarla, distruggerla affinché l’uomo arrivi un giorno a non più soffrire, perché soffrire è una violazione della sua libertà. La storia dell’involuzione, la storia mistica dell’involuzione in cui l’uomo deve soffrire per crescere, è in realtà astralizzazione della coscienza. E conosco persone spirituali, ci sono persone spirituali nel mondo che pensano e credono che bisogna soffrire per diventare coscienti: non preoccupatevi, le forze occulte in voi vi creeranno abbastanza sofferenza perché non abbiate niente da vedere dentro.
Vi creeranno della sofferenza, ci sarà della sofferenza, c’è sempre stata sofferenza, la vita è sofferenza. Quindi il ruolo dell’uomo è di buttare la sofferenza fuori della sua vita, utilizzarla quando deve utilizzarla perché questo fa parte del suo tempo, ma un giorno l’uomo deve cessare di soffrire, e non cesserà di soffrire che quando avrà della volontà. Dunque la povera ragazza che dice: « Ah! Ho perduto il mio amico, mi suiciderò, sono infelice », imparerà un giorno che, perduto uno, se ne trovano dieci!
Il tipo che sgobba e dice: “Ah ho perduto il mio lavoro, sono finito, che dirà mia moglie”… Hai perduto il tuo lavoro, ce n’è un altro! C’è sempre un’altra alternativa, è il pensiero che vi impedisce di realizzare che c’è un’altra alternativa… “Mia moglie era la migliore”! Era la migliore per il tempo che eri lì, faceva parte del piano della tua vita! Dunque, quando la Chiesa vi frega con una donna o un uomo con cui dovete vivere tutta la vita fino alla morte, per il meglio o per il peggio, un giorno comprenderete e direte: « Per il meglio, ma non per il peggio » [risate del pubblico].
Dunque tutte queste nozioni arcaiche che fanno parte della nostra credenza, che fanno anche parte delle nostre memorie fondamentali della coscienza delle cellule, bisognerà che l’uomo un giorno metta tutto questo da parte, ma non potrà farlo che quando non avrà più paura. Vi do una definizione occulta della paura. Guardate come si vede la paura dai piani. Ve lo dico come viene: “La paura è l’impressione creata per impedire all’ego di essere. Per impedire all’ego di essere!
La paura è un movimento d’energia che non è riportato alla sua origine nella luce, in altre parole è un movimento di energia che scende e resta nel carattere animale dell’uomo e non ritorna alla luce, in altre parole, che non è studiato in funzione della sua propria intelligenza.
La paura è utilizzata per impedire a voi, umani, di trapassarci”. Le forze sui piani, quindi… L’uomo non è una scatola di « Can Campbell”, l’uomo è un essere di luce, è un’anima incarnata che ha un legame con uno Spirito. Sui piani disincarnati, sanno che l’uomo può trapassarli con la sua propria energia. Agli esseri sui piani non piace essere disturbati nel loro ordine dall’uomo!
Dunque, quando l’uomo è incarnato nella materia, la paura è utilizzata per impedire all’uomo incarnato sulla Terra di creare nei mondi invisibili troppa trasformazione, troppo cambiamento nel loro piano. La paura è utilizzata per questo. Loro [gli esseri dei piani] dicono che la paura, nell’energia della paura, la paura stessa, è fatta allo stesso tempo di fuoco e di energia solare. Dunque nella paura c’è il Fuoco, in altre parole l’energia primordiale che mette in vibrazione l’anima e l’energia solare sui piani, che è un’energia di alta vibrazione che fa parte del mondo degli spiriti.
E lo shock di queste due vibrazioni è talmente grande che, quando l’uomo vive quella che si chiama “la paura”, è totalmente immobilizzato nella sua Volontà. Non è più capace di reagire, non è più capace di agire, non è più capace di essere. E tutto quello che fa parte dell’involuzione, le credenze, i sistemi, le filosofie, le teologie, le religioni hanno… (interruzione della registrazione. Fine).
aggiornamento il 30/07/2024