Sviluppare un’intimità col piano mentale

Paris – credit: @DronalistDailyDose YouTube

Psicologia Evolutiva 91

Se invece viviamo la nostra vita come esseri coscienti, in evoluzione di coscienza, esseri in procinto di unificare i propri principi con l’invisibile, allora, qualsiasi cosa accada nella nostra vita, tutto può essere “ribaltato”, tutto può essere “sostituito”, tutto può essere riequilibrato. E abbiamo allora vite naturali, vite creative, vite che non sono più governate dal carattere puramente astrale della nostra programmazione incarnazionale. BdM

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In italiano si legge il contenuto originale di questa pagina, in un’altra lingua la traduzione da parte di un’intelligenza artificiale (AI) di questo contenuto, quindi il risultato deve essere interpretato con discernimento.

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Quando parliamo di coscienza sovramentale, parliamo della scoperta di una nuova intimità fra l’uomo e i piani invisibili. E questa intimità non è evidente per l’uomo, per l’ego, perché la coscienza riflessiva, la coscienza dell’ego, la coscienza soggettiva, è una struttura mentale che è servita all’uomo durante quella che io chiamo l’involuzione, cioè quelle migliaia di anni in cui l’uomo ha dovuto sviluppare una coscienza personale per potersi rapportare a una comprensione sensoriale del mondo della materia.

Quindi, per imparare a vivere sulla Terra, per sviluppare i mezzi meccanici per radicarsi nel terreno dell’esperienza sensoriale, l’uomo aveva bisogno di un ego. Un ego che nel corso dei secoli, nel corso dei millenni, si è sviluppato e in questi grandi periodi di tempo ha portato alla sofisticazione di quello che io chiamo il linguaggio interiore, cioè il pensiero. Dunque, il pensiero è di fatto un modo per l’uomo antico di comprendere la natura materiale, ma non è per l’uomo un mezzo per comprendere i mondi invisibili.

E durante l’involuzione, quando l’uomo non era mentalmente pronto a realizzare o a beneficiare di un’intimità con l’invisibile, la religione è entrata in gioco per secoli, per permettere finalmente all’uomo di costruire un ponte temporaneo – e intendo temporaneo – tra l’invisibile e il materiale, e questo è stato il ruolo delle religioni per millenni.

Il problema delle religioni è che hanno causato enormi illusioni spirituali nella coscienza umana e, per questo motivo, l’uomo non è mai stato in grado di impegnarsi definitivamente in una relazione telepatica coi mondi che sono all’origine dei piani di esperienza che lui, come anima, ha conosciuto, ma di cui ha dimenticato l’esperienza a causa dell’incarnazione e della necessità, nell’incarnazione, nel processo incarnazionale, di dimenticare da dove veniamo per vivere meglio dove siamo.

Ma dal momento in cui la coscienza sovramentale ha cominciato a elettrizzare l’ego sulla Terra, e l’uomo ha potuto finalmente cominciare a rinnovare i legami andati perduti per lunghissimo tempo in generale per l’umanità, con mondi che sono alla base stessa della sua realtà universale, l’uomo ha cominciato finalmente a prendere un po’ coscienza della risoluzione enigmatica del suo ego, cioè ha cominciato a capire che cos’è l’ego, come funziona l’ego.

E da qui ha sviluppato una psicologia che oggi chiamiamo sovramentale, cioè una psicologia veramente oggettiva fornita dai piani, per consentire finalmente all’uomo di sviluppare con essi un rapporto simbiotico, un rapporto sufficientemente intelligente per poter infine ristabilire facilmente le energie dei suoi centri, cioè la sua mente, le sue emozioni, la sua fisicità. Energie che possono facilmente squilibrarsi in un mondo materiale in cui l’uomo è tagliato fuori dai suoi piani o dalle sue fonti universali.

Per secoli le religioni hanno cercato di placare la sete d’infinito, di divinità dell’uomo. E non hanno fatto altro che sviluppare un potere temporale su di lui e togliergli quel poco di volontà che aveva per esercitare la sua coscienza personale. Ma dal momento in cui l’uomo entra o entrerà in una coscienza evolutiva, in una psicologia sovramentale o una psicologia libera dalle filosofie umane basate sulla sensorialità o sulla riflessione, l’uomo diventerà molto intelligente riguardo a ciò che accade nella vita, a ciò che accade nella sua vita e a ciò che accade al di fuori dei confini della sua esperienza.

Così l’uomo avrà finalmente accesso a ciò che ha sempre voluto, cioè delle risposte. Ma per accedere a delle risposte c’è un prezzo da pagare, e tutti gli uomini pagheranno questo prezzo, è inevitabile, perché l’ego nella sua natura, o a causa della sua natura animale, o della sua natura animalizzata, ha un enorme bisogno di sicurezza psicologica per poter vivere, per poter andare avanti, per poter funzionare e anche per poter beneficiare della sua esistenza. E questa sicurezza psicologica – quando l’uomo entra in contatto con il piano mentale – è tecnicamente… direi che è tecnicamente testata.

Messa alla prova, nel senso che l’ego, per scoprire altri aspetti di sé, è obbligato ad andare oltre i suoi confini, un po’ come gli scienziati quando vogliono verificare fino a che punto l’uomo può spingersi nel suo esperimento spaziale: è obbligato a testare i confini, è obbligato a camminare in uno stato libero da gravità intorno alla luna, e così via. Quindi deve fare uno sforzo per liberarsi temporaneamente dalla sua sicurezza gravitazionale, per poi scoprire altri mondi.

È la stessa cosa a livello della coscienza mentale, della coscienza telepatica col piano mentale. L’uomo, per scoprire una nuova identità, per scoprire un’identità fondamentale, e per scoprire anche un’intimità telepatica coi mondi da cui proviene, deve temporaneamente – e quando dico temporaneamente, intendo per qualche anno – arrivare a mettere un po’ da parte i meccanismi di sicurezza psicologica che la sua civiltà gli ha fornito attraverso le religioni e le filosofie, o i sistemi, per iniziare finalmente a testare la sua relazione psicologica o psichica con un’entità chiamata il sé universale o l’aggiustatore di pensiero.

Le parole non sono importanti, sono puramente esplicative, o cercano di dare una spiegazione a entità o a livelli di realtà che sul piano materiale non possiamo realmente concepire, perché siamo limitati dai confini materiali e animali. Ma a livello dell’intimità psicologica o psichica che l’ego deve sviluppare per arrivare finalmente a possedere, a beneficiare di una bella telepatia, deve prendere coscienza che la realtà dei piani e i meccanismi di fusione o unificazione con l’uomo si basano su principi universali che non fanno parte della realtà dell’uomo.

Perciò l’uomo non può aspettarsi, nello sviluppo di un’intimità telepatica coi piani, che i piani trattino con lui nel modo in cui lui può trattare o vorrebbe essere trattato, poiché non è lui in carica. Se l’uomo fosse responsabile della propria evoluzione, non ci sarebbe alcuna evoluzione, questo è certo! Siete d’accordo con me! Se fossimo noi a gestire la nostra propria evoluzione, non ci sarebbe alcuna evoluzione.

Quindi, perché ci sia evoluzione, devono esserci degli esseri di luce che si occupano dell’uomo, e quando questi esseri entrano in contatto telepatico con lui, è ovvio che ciò che egli sperimenterà saranno dei test. Ma non è solo l’uomo in evoluzione di coscienza a essere messo alla prova nella vita, tutti gli uomini sono messi alla prova. L’unica differenza è che durante l’involuzione, quando si viene testati, non sappiamo di esserlo; mentre quando siamo coscienti, siamo molto, molto consapevoli di essere messi alla prova. E a quel punto, quando si è consapevoli di essere messi alla prova, si diventa molto, molto collerici, arrabbiati per essere messi alla prova.

Mentre l’uomo incosciente non si arrabbia quando viene messo alla prova, perché non lo sa di essere messo alla prova, quindi quando l’uomo inconsciente viene messo alla prova, se la prende con la vita materiale, coi parametri o le cose o gli eventi che pensa siano responsabili. L’uomo cosciente invece è molto, molto consapevole che tutto ciò che accade nella sua esperienza è estremamente il risultato di una programmazione molto, molto efficace, che cerca di permettergli di evolvere, in altre parole, di comprendere il mistero della vita, dell’esistenza. Ma c’è un prezzo da pagare per l’intimità, ed io so qual è, l’ho vissuto per anni.

Lo sto ancora vivendo, meno se volete, ma è un prezzo valido, non è troppo alto, non ha un valore troppo alto nella misura in cui si ha una certa intimità. Ma se non avete intimità, allora il prezzo può essere molto alto perché non capite perché viene usato contro di voi. Ma se avete un’intimità, il prezzo che pagate per questa intimità è equivalente all’intimità, forse anche meno importante dell’intimità, perché un uomo che ha intimità con l’invisibile o con la sua fonte, o con la sua coscienza mentale, chiamatela come volete, un uomo che ha intimità con la sua fonte non è più sulla Terra per le stesse ragioni dell’uomo incosciente.

È sulla Terra per altre ragioni e comprende le ragioni, sono ragioni che fanno parte della Terra, ma sono ragioni diverse da quelle che conosce quando è incosciente e passa la vita fra “métro-boulot-dodo” [metropolitana-lavoro-sonno]. E quando un uomo comincia a capire perché è sulla Terra, cosa fa sulla Terra, perché fa una certa cosa, perché non fa una certa cosa, eccetera, la vita in un certo senso diventa molto più facile perché è esplicativa.

È esplicativa nel senso che comincia ad avere un significato, e dal momento in cui comincia ad avere un significato e l’uomo riesce a comprenderlo, che abbia venti, sessanta o novant’anni, la vita non è più la stessa perché diventa trasparente. Quello che intendo per “trasparente” è che qualsiasi cosa accada nella sua esperienza, nella sua esistenza, che sia una malattia, un divorzio, la perdita di un lavoro, tutte le cose che ci accadono, lui la comprende all’istante.

E comprendere all’istante ciò che ci accade quando viviamo è realmente un vantaggio, perché a quel punto non sei più animalizzato nella tua coscienza. Il che significa che non soffriamo più, come prima, delle reazioni puramente emotive, animali, che fanno parte dell’esperienza dell’anima. Siamo esseri un po’ più evoluti, cioè un po’ più all’esterno dei confini della coscienza planetaria.

Siamo un po’ meno uomini e un po’ più sovrauomini, cioè uomini che sono al di là della coscienza psicologica dell’ego dell’involuzione, e a quel punto è più facile per noi… Più facile, sì, affrontare la vita. E cos’è la vita? La vita è un processo. E cosa impariamo in questo processo? Si impara ad affrontarlo e più un uomo sa come affrontare la vita, più la vita diventa facile e più può essere piacevole.

Voi direte: “Ci sono uomini molto ricchi, molto benestanti, che hanno una bella vita, hanno belle mogli. Ci sono uomini che hanno il potere, ci sono uomini che vanno in jet tutto il giorno. E ci sono uomini che lavorano tutto il giorno da Eaton”. Ed è molto difficile per l’uomo, quand’è incosciente, vedere che ci sono uomini ricchissimi, mogli bellissime, persone che vanno in giro in jet tutto il giorno, mentre lui va in giro con una Volkswagen tutto l’anno.

Vorrebbe capire perché non può fare come gli altri, andare in giro con un jet e avere le donne che gli altri hanno. Questa è la prima prova dell’uomo. Io la chiamo “il calvario del confronto”. E dal momento in cui l’uomo si confronta con altri uomini, ha violato la prima legge della programmazione. Tutti gli esseri sulla Terra sono programmati. Anche se sei John F. Kennedy, sei Presidente degli Americani, muori con una pallottola in testa! Sei Onassis, ricchissimo, ma hai il cancro. Sei un grande artista, ma soffri quando la gente non ti applaude.

In altre parole, tutte le persone, tutti gli esseri sulla Terra soffrono, ma la sofferenza di uno non è necessariamente la sofferenza dell’altro. E l’obiettivo dell’uomo nella sua evoluzione, l’obiettivo della coscienza, è quello di portare l’uomo a smettere di soffrire sulla Terra. L’uomo deve smettere di soffrire. Ma per smettere di soffrire sul piano materiale, bisogna davvero comprendere la propria programmazione, perché è la programmazione che permette all’anima di evolvere, ed è la programmazione che rende la vita dell’uomo molto difficile se egli non la comprende.

Se invece la si comprende, diventa più facile, e alla fine l’uomo non si confronta più, non cerca più di sapere perché va in giro con una Volkswagen mentre il suo vicino va in giro con una Jaguar. Quindi l’uomo, per facilitare la sua esperienza, ha bisogno di un livello di intimità molto alto. E l’intimità col piano mentale non è facile, perché innanzitutto il pensiero umano è estremamente disarticolato. Ciò che chiamo “disarticolato”, significa che il pensiero umano non è rivelatore.

È semplicemente molto istintivo, si conforma perfettamente alla sua memoria, si conforma perfettamente al suo dialogo interno, e quindi al suo pensiero interiore. E fa molta fatica a immaginare che qualcuno gli stia parlando, che qualcuno possa parlargli o che questo possa parlargli. E quando questo gli parla, lui non riesce nemmeno a familiarizzare con la comunicazione, perché ha sempre l’impressione che quello che gli parla sia più grande di lui o più elevato di lui.

C’è un numero enorme di errori psicologici che abbiamo causato o abbiamo creato durante l’involuzione, perché abbiamo sempre avuto tendenza a mettere Dio su un piedistallo. E quando parlo di mettere Dio su un piedistallo, parlo di mettere su un piedistallo gli esseri spirituali, gli esseri al di fuori del mondo materiale. E questo è il più grande errore dell’uomo, perché dal momento in cui si mette Dio su un piedistallo, non si può più parlare con lui su un piano di parità. E se non si può parlare con Dio su un piano di parità, se non si può parlare con gli esseri invisibili su un piano di parità, allora si è una creatura, non si è più un creatore.

E dal momento in cui siete una creatura, significa che il vostro ego non è sufficientemente rafforzato, non avete la capacità di fare guerra a ciò che si oppone a voi.

A quel punto, diventate esseri estremamente programmati, estremamente ridotti dalla programmazione, e alla fine non siete più in grado di dettare le leggi della vita sulla Terra, cioè non potete capirle e, non capendole, non potete insegnarle. E se non potete insegnare le leggi della vita, allora non le conoscete, e se non le conoscete non avete più alcun potere.

Quindi, se torniamo all’intimità, che cos’è l’intimità? L’intimità è una particolare consapevolezza che è propria di ogni individuo nella sua relazione con l’invisibile. È come se dicessimo: Ogni essere umano in contatto con l’invisibile ha una sua particolare lunghezza d’onda, nessuno può entrare in questa lunghezza d’onda, nessuno può attingere a questa lunghezza d’onda, nessuno può influenzare, infiltrarsi, manipolare questa lunghezza d’onda. Essa fa parte della coscienza personalizzata dell’uomo e fa parte di ciò che possiamo chiamare la sua fusione, cioè l’unificazione del suo principio mortale col suo principio universale.

E questa intimità ha una qualità particolare: è sempre nascosta, nascosta nel silenzio. L’intimità dell’uomo è nascosta nel silenzio perché l’uomo non può vivere in costante contatto telepatico con la sua fonte. Se viveste in contatto telepatico con la vostra fonte ventiquattro ore su ventiquattro, il vostro corpo materiale alla fine deperirebbe: non sarebbe in grado di sopportare questa scarica costante attraverso i vostri neuroni.

Quindi il silenzio fa parte di quello che io chiamo il riposo dello Spirito. D’altra parte, quando l’uomo è in una coscienza silenziosa, questo non vuol dire che non ci sia presenza in lui. La presenza c’è sempre, l’aggiustatore di pensiero c’è sempre, colui che parla c’è sempre, il pensatore c’è sempre. È molto importante capire la natura del silenzio, perché la natura del silenzio è molto, molto metafisica ed è stata mal interpretata dai mistici durante l’involuzione.

Il silenzio non è una sospensione della comunicazione, è semplicemente una sospensione temporanea del malfunzionamento dei circuiti per il riposo della mente umana, ed è una sospensione dell’energia mentale creativa anche per il riposo dell’uomo. Il silenzio durante l’involuzione è stato interpretato in modo errato. I mistici ci hanno dato una falsa raccomandazione. E nel corso dell’evoluzione, scopriremo che le entità si nascondono nel silenzio, e quando si nascondono nel silenzio siamo noi uomini sulla Terra a non avere informazioni.

Al punto che io porto la mia esperienza come esempio! Se voglio un’informazione: Ah, non ottengo risposta! Sono costretto a minacciarli per farmi rispondere! E come li minaccio? Beh, dico: “Eh, voglio che tu mi parli”. Sono obbligati a rispondere. Allora mi diranno: “Bene, cosa vuoi”…? E allora faccio la mia domanda.

Ma se l’uomo non comprende la legge del silenzio, allora ha l’impressione di essere sempre in un involucro silenzioso, non c’è mai nulla di telepatico nella sua testa, non c’è mai nulla nella sua coscienza che non sia la sua riflessione personale. Ed è qui che l’uomo, durante l’involuzione, ha commesso l’errore di credersi solo sulla Terra e di non poter beneficiare di quella che io chiamo l’intimità. Non c’è momento nella vita quotidiana dell’uomo in cui non ci sia un intervento fra lui e l’aggiustatore di pensiero.

Questi esseri sono sempre presenti, ma il silenzio è così denso che spesso l’uomo non se ne accorge, e per ripiegarsi in una coscienza personale rifletterà il pensiero, e riflettendo il pensiero ha l’impressione di essere lui a pensare. È a questo punto che egli si rimette in questione ed elimina il silenzio dalla sua coscienza personale per creare una sorta di dialogo che è un dialogo riflesso, ma con una sola voce, che chiamiamo pensiero soggettivo.

Ed è allora che egli rischia di farsi astralizzare, perché l’astralizzazione della coscienza dell’uomo è il modo in cui il pensiero viene usato per fargli credere che è lui a pensare quel pensiero. Quindi, dal momento in cui l’uomo ha l’impressione di essere lui a pensare il pensiero, in quel momento il pensiero è astrale, è astralizzato. Ed è in quel momento che egli vive o sperimenta il pensiero soggettivo, e di questo pensiero soggettivo vive le emozioni, vive la fisicità, e con il passare degli anni comincia a deperire e a peggiorare la sua situazione materiale.

Se l’uomo avesse beneficiato di un’intimità psichica, di un’intimità telepatica, di un’intimità col piano mentale, avrebbe potuto recuperare gran parte della sua energia mentale e diselettrificare la sua coscienza. Diselettrificare la sua coscienza significa diselettrificare il suo cervello, ridurre le onde beta, ridurre le onde che creano tanto inquinamento in lui. Avrebbe una mente estremamente riposata, una mente molto rilassata, indipendentemente dalle condizioni esterne, perché non potrebbe sprofondare nell’illusione del pensiero riflessivo quando gli eventi esterni colpiscono la sua coscienza e creano in lui confusione o tumulto.

Ma uno dei motivi per cui l’intimità della coscienza è difficile da localizzare o da sperimentare è che, per diventare intimo con l’aggiustatore di pensiero, l’uomo deve smettere di vivere il suo pensiero come gli altri uomini. Smettere di vivere il suo pensiero come gli altri uomini, come l’umanità, significa che deve imparare gradualmente a non pensare come gli uomini. Ma cosa significa non pensare come gli uomini?

Significa che quando sperimentate un pensiero che vi fa soffrire, dovete essere capaci di non soffrirlo; a quel punto smettete di pensare come gli uomini e cominciate a riconoscere che in voi è in atto una sorta di manipolazione, una specie di gioco dello Spirito che col tempo porta allo sviluppo di una grande intimità, nella misura in cui siete pronti a livello umano a disconnettervi dalla vostra umanità nella mente.

Se non vi staccate dalla vostra umanità nella mente, non riuscirete mai a comprendere la vostra sovrumanità, non riuscirete mai a sviluppare un’intimità, non riuscirete mai a vedere il mondo, la vita, la vostra situazione, la vostra programmazione, il vostro karma, eccetera, con occhi che non vi appartengono e che fanno parte della vostra nascita, cioè della vostra coscienza fuori dal piano materiale.

L’intimità col piano mentale è un tour de force per l’ego, che per millenni è stato abituato a vedere la vita attraverso i suoi sensi e a interpretarla col suo corpo di desiderio. Per un uomo, sviluppare un’intimità col piano mentale, equivale a entrare in contatto relativamente intimo sul piano psichico con un essere che è il suo partner perfetto. Perché “partner perfetto”? Perché un aggiustatore di pensiero è un essere che è alla fonte, all’origine della vostra attività mentale.

Quindi, ciò che sperimentate come esseri sul piano materiale, a livello mentale, fa parte delle sue attività, non delle vostre. Ciò che fa parte delle vostre attività sul piano materiale, sono le vostre reazioni psicologiche emotive, soggettive a questi pensieri creati nella vostra mente per l’educazione del vostro ego, mentre siete esseri viventi sul piano materiale.

Se l’uomo non è pronto durante l’involuzione, mentre è nella materia, se non è pronto a riconoscere questa dicotomia e a sganciarsi sul piano psicologico, sul piano psichico, dai valori puramente animali creati dai suoi pensieri quando lo mettono in uno stato di emotività – perché ha perso qualcosa nella vita o sta vivendo una certa sofferenza – l’uomo non sarà mai in grado di sviluppare intimità, perché per sviluppare un’intimità con un essere di luce, dobbiamo cominciare a poco a poco, gradualmente, a disfarci dell’intimità che abbiamo coi nostri sentimenti. E l’intimità che abbiamo coi nostri sentimenti fa parte del modo in cui viviamo la nostra vita.

Se viviamo la nostra vita come uomini, se viviamo la nostra vita come donne, in altre parole, se viviamo la nostra vita come esseri umani normali – cioè come esseri dell’involuzione disaccoppiati, distanziati dalla loro fonte – allora è normale che attingiamo a false riserve di energia nei nostri pensieri. Se invece viviamo la nostra vita come esseri coscienti, in evoluzione di coscienza, esseri in procinto di unificare i propri principi con l’invisibile, allora, qualsiasi cosa accada nella nostra vita, tutto può essere “ribaltato”, tutto può essere “sostituito”, tutto può essere riequilibrato. E abbiamo allora vite naturali, vite creative, vite che non sono più governate dal carattere puramente astrale della nostra programmazione incarnazionale.

Non ho problemi che l’uomo sia programmato, è normale, fa parte della grandezza della vita, l’anima ha bisogno di una programmazione per crescere nella sua evoluzione. Ma se alla fine l’uomo diventa un essere incapace di trarre dalla sua programmazione i punti di riferimento necessari per elevare la sua mente al di sopra della meccanicità, dell’animalità della sua programmazione, allora per me l’uomo fa pena, l’uomo è un essere veramente di second’ordine e rappresenta veramente sul piano materiale le categorie esistenziali dell’involuzione, cioè quelle categorie di esperienze dell’anima incarnata che, durante l’involuzione, sono state padroneggiate e manipolate ad altissimo livello da organismi temporali – le Chiese, i governi, le ideologie sulla Terra – o, nel mondo invisibile, dalle forze astrali che fanno parte dei contatti karmici fra l’uomo e i piani originari ch’egli conosceva prima dell’incarnazione.

Quindi per me l’uomo, o questo uomo, o questo tipo di uomo che è l’uomo della quinta razza-radice, è un essere inferiore, un essere puramente meccanico, un essere che non ha luce e vive la sua vita costantemente nell’ombra, quali che siano i piaceri temporanei, le gioie temporanee a cui può accedere durante la sua brevissima esperienza di cinquanta, sessanta, sessantacinque o ottant’anni.

Che cos’è la vita? La vita è un processo di incarnazione consentito a un’anima incarnata, cioè materializzata o legata a un corpo materiale per permeterle di evolvere, cioè per permetterle, nel corso del tempo, dei secoli, delle età, delle generazioni, di arrivare a riformulare il suo legame con la cosmicità da cui proviene originariamente. Quindi la vita è una scuola, il pianeta è una scuola, ma è una scuola temporanea, ed è una scuola che dura da moltissimo tempo, da troppo tempo.

E arriverà un momento in cui questa scuola avrà una fine, perché finalmente le anime smettano di tornare costantemente in questa programmazione karmica che è l’esperienza terrena, e si liberino finalmente dai legami karmici, si liberino dal mondo della morte e tornino a una coscienza moronziale che era all’origine il piano su cui erano state concepite prima della scissione dei legami tra la luce e i piani delle ombre negative, molto tempo fa nell’evoluzione del cosmo. L’uomo non può indefinitamente, INDEFINITAMENTE, rinnegare le sue origini.

E finché non ha un’intimità psichica, telepatica con la sua fonte, nega le sue origini, rinnega le sue origini, perché non può comprenderle. Ed è normale che a quel punto l’uomo si proietti nella materia, si butti nella materia, si butti nei piaceri dei sensi, si butti nella sessualità, nella droga, si butti nel compiacimento delle società dei consumi, perché non ha più dentro di sé punti di assoluto riferimento che gli permettano di vivere la sua vita rispetto alla sua identità. L’uomo ha quindi una crisi d’identità molto profonda.

E quando dico uomo, non parlo semplicemente dell’uomo in modo generico, parlo anche della donna, che ha una crisi di identità, una crisi di identità molto, molto profonda, e che in certi paesi sta vivendo l’inferno, come essere, sul piano materiale. Quindi, sul piano dell’evoluzione, è arrivato il momento – quando dico che è arrivato il momento, parlo di un grande momento, di un momento che ci aspetta forse due, tre, quattro, cinquemila anni – ma è arrivato il momento che l’uomo realizzi finalmente la connessione con se stesso.

E per questo, deve sviluppare un’intimità interiore con il proprio aggiustatore di pensiero che gli permetterà di liberarsi dagli aspetti negativi di una programmazione planetaria, in modo da poter finalmente avere una vita che abbia un senso, una vita per la quale o alla quale lui stesso dà il proprio significato. Se non riuscite a dare un senso alla vostra vita, ci penserà la società, la Chiesa, ci penseranno le ideologie e i governi, le aziende e la pubblicità, a dare un senso alla vostra vita.

Ma a quel punto, diventerete esseri estremamente alienati, diventerete esseri che non amano più il proprio lavoro, diventerete esseri che sentono l’aridità della propria coscienza. E quando uno shock colpirà la vostra esperienza in modo duro e difficile, se non siete sufficientemente solidi, robusti, a livello dell’ego, diventerete depressi e finirete come tanti altri a prendere il “Prozac” per il resto dei vostri giorni.

Una delle grandi prese di coscienza della fine del XX secolo ha portato l’uomo a realizzare che tutto ciò che abbiamo imparato durante l’involuzione, anche le cose più sacre, più belle, più legate a quello che io chiamo il linguaggio dominante, sono cose che non fanno parte della realtà. Il grande Ouspensky diceva: “Ci sono due cerchi nella coscienza dell’Umanità, c’è un cerchio esoterico e c’è un cerchio essoterico. La maggior parte delle persone sulla Terra vive nel cerchio essoterico e c’è qualcuno nel mondo che vive in un cerchio esoterico”.

In altre parole, c’è un grande veicolo di conoscenza e un piccolo veicolo di conoscenza. C’è un grande veicolo di conoscenza nella religione cristiana e c’è un piccolo veicolo di conoscenza nella religione cristiana. Il buddismo è lo stesso, c’è un grande veicolo e c’è un piccolo veicolo. Il grande veicolo è dunque per le masse, e il piccolo veicolo è per esseri un po’ più avanzati. Ma gli uomini alla fine realizzeranno, anche uomini del calibro di Ouspensky o di Gurdjieff, che all’interno del piccolo veicolo, c’è un altro veicolo.

Non è un veicolo piccolo, non è un veicolo grande, non è un veicolo dimensionale, è più un vestibolo che un veicolo. E questo, è lo strettissimo legame intimo tra l’uomo e la sua fonte, un legame intimo riconosciuto dall’ego, un legame intimo con cui l’uomo può confrontarsi, un legame intimo in cui non esiste più la divinità, un legame intimo in cui non esiste più la “sovrapposizione” di una coscienza alla propria, un legame in cui l’uomo definisce la realtà dal piano materiale come può definire la realtà sugli altri piani. In altre parole, un legame in cui l’uomo cessa di essere una creatura e diventa un creatore.

Che vuol dire essere creatore? Vuol dire completare finalmente il lavoro che all’origine era stato iniziato da esseri che non erano nella materia. Quindi, durante l’involuzione, gli esseri che non erano nella materia hanno svolto un lavoro creativo, e dal momento in cui l’uomo torna in contatto con loro, dal momento in cui avviene la fusione sul piano materiale, in cui l’unificazione dei principi finalmente si manifesta e si materializza, è normale che l’uomo diventi alla fine un essere creatore.

Ma perché l’uomo diventi un essere creatore, deve essere capace, a livello psicologico, a livello psichico, a livello di intimità interiore, di non avere più alcuna autorità sopra di sé. Se l’uomo non è capace di vivere senza autorità al di sopra di sé – e quando dico vivere senza autorità non intendo che non rispetti l’autorità sulla Terra; vivere senza autorità al di sopra di sé significa per lui essere nella propria autorità – se non siete nella vostra propria autorità, come potete contestare altre autorità?

Come potete mettere in guardia altre autorità? Come potete mettere in discussione altre autorità? E se non potete mettere in discussione altre autorità sulla Terra perché non siete sufficientemente nella vostra autorità, allora sarete governati da quelle autorità e avrete un ego che sarà obbligato a fidarsi di ciò che dicono gli altri, di ciò che viene detto nel mondo, di ciò che viene riportato nel mondo. E a quel punto vivrete una crisi di identità che vi accompagnerà fino alla morte.

E’ normale, perché non vi siete resi conto che in realtà, nel mondo universale o nella realtà universale della coscienza, non c’è nessuno più grande di voi. Credere che ci sia qualcosa di più grande di sé, o sperimentare il fatto che si pensa che ci sia qualcosa di più grande di sé, significa già essere schiavi incarnazionali di piani, condizioni, situazioni, autorità o poteri che gestiscono la nostra esperienza per il proprio sviluppo, e sempre all’insaputa dell’uomo e della sua identità.

L’uomo non può permettersi di pensare che ci sia un’autorità al di sopra di lui, perché allora, se siete capaci di credere che ci sia un’autorità o delle autorità al di sopra di voi, non potrete mai affrontare i filosofi. Non potrete mai affrontare gli psicologi. Non potrete mai affrontare coloro che hanno un certo potere. Non potrete mai affrontare il sacerdote, i chierici. Non potrete mai affrontare i grandi sistemi di spiritualità che l’umanità ha sviluppato durante l’involuzione. Non potrete mai affrontare i grandi veggenti. Non potrete mai affrontare quelli che si frappongono tra voi e la vostra realtà.

E se non siete in grado di affrontare ciò che accade nel mondo o nella vostra psiche, perché avete ceduto la vostra autorità a un altro o ad altri, allora siete degli esseri esistenziali, siete degli uomini, siete dei piccoli esseri umani, siete delle creature. E a quel punto siete senza potere, cioè non potete creare.

Non potendo creare, non avete alcuna intimità con la vostra fonte e, se non avete intimità con la vostra fonte, non avete alcuna identità se non quella che la civiltà vi ha dato, che la vostra famiglia vi ha dato, che la vostra educazione vi ha dato. E non avendo identità, a quel punto siete come il resto degli uomini, siete tutti soggetti a essere manipolati, influenzati, incasellati, numerati. Questo è ciò che è accaduto per millenni e che continuerà ad accadere per i secoli a venire.

La coscienza esoterica, se volete chiamarla la coscienza esoterica, non è per tutti. Non tutti possono seguire un cammino esoterico, perché richiede una sorta di evoluzione dell’anima. Ma le persone che possono seguire un cammino esoterico, cioè che possono seguire un percorso di evoluzione che non fa parte della grande massa sociale, alla fine si renderanno conto che anche nell’esoterismo mondiale c’è una piccola porta chiusa molto bene a chiave, una porta la cui chiave è totalmente individuale, e che le filosofie esoteriche non possono permettere all’uomo di penetrare.

E questa porta fa parte di ciò che oggi, per ragioni puramente tecniche, chiamiamo la fusione del principio materiale col principio psichico dell’uomo. E questa porta è molto stretta, molto personale. E quando entrerete in questa porta, sarete gli unici a poterlo fare, perché è una porta su misura per ciascun individuo. È una chiave su misura per ogni individuo, e nessuno può aprire quella porta per voi, perché è fatta solo per voi. È in quel momento che l’uomo svilupperà e diventerà cosciente della sua intimità con la sua fonte.

Cosa possiamo dire dell’intimità? Se facciamo una chiaroveggenza sull’intimità, diciamo che l’intimità è una relazione telepatica tra l’uomo e un essere prepersonale. Che cos’è un essere prepersonale? È un essere che non ha alcuna umanità, cioè che non si è mai incarnato. La differenza è molto importante. C’è una differenza tra un’anima incarnata o un’anima che si è già incarnata e un essere prepersonale. Che cos’è un essere che non si è mai incarnato? È un essere che non ha più una fine né una fonte. Il che significa che un essere che non ha più una fine non ha più uno scopo, in altre parole, è un essere che è realmente eterno. E un essere che non ha più una fonte significa che non ha bisogno di imparare.

Quindi un aggiustatore di pensiero, nel suo rapporto con l’uomo, non ha bisogno di imparare. Perché non hanno bisogno di imparare [gli aggiustatori di pensiero]? Perché sono Luce. Perché sono Luce? Sono Luce perché sono esseri creati prima del grande scisma che ha separato le forze negative e positive del cosmo. Dunque, questi esseri non hanno nulla da imparare.

E il fatto che non abbiano nulla da imparare, dal momento in cui l’uomo entra in intima coscienza con loro, comincia a rendersi conto di una cosa: che questi esseri hanno sempre ragione. Sempre ragione significa che hanno sempre una ragione per agire in un certo modo. E per un ego, per un essere animalizzato com’è l’uomo, essere in contatto con un essere che ha sempre ragione è molto, molto difficile. Crea in lui un’estrema opposizione, perché lo costringe, come ego, ad accettare.

Quando dico accettare, non intendo accettare spiritualmente, voglio dire accettare nel senso di fare l’esperienza di certe cose, per poi scoprire alla fine la ragione di quell’esperienza. E questo, questo crea nell’uomo – nell’ego – un’apertura di mente. Un’apertura di mente, cioè il primo passo o il primo movimento della sua coscienza verso quella che io chiamo intimità con la fonte. Se volete sperimentare l’intimità con la fonte, un giorno o l’altro dovrete sperimentare l’apertura della vostra mente.

Come verrà aperta la vostra mente? La fonte creerà per voi una situazione difficile; difficile a livello dell’ego animalizzato, ma relativamente facile a livello della mente risvegliata. A quel punto, sarete in grado di vivere esperienze che normalmente sono molto dolorose per l’uomo, e che per voi saranno semplicemente inquietanti. E alla fine arriverete a liberarvi dagli aspetti puramente meccanici della vostra programmazione e avere vite che hanno un fascino, cioè vite basate su un’identità invece che su una crisi d’identità.

L’intimità con la fonte è un processo creativo estremamente occulto, e quando dico occulto, intendo dire svincolato, se volete, dalle aspettative dell’ego, svincolato da ciò che l’ego vuole, svincolato dai desideri animalizzati dell’ego. È lì che si sviluppa quest’intimità e che l’uomo arriva finalmente a poter superare tutte le esperienze che la sua programmazione può proiettare su di lui, e a liberarsi karmicamente, sul piano materiale, dalle sue esperienze anteriori.

L’intimità con la fonte richiederà che l’uomo sia estremamente consapevole della fonte e che sperimenti il contatto telepatico con la fonte in una graduale diminuzione del silenzio che avvolge l’uomo e che gli impedisce di sperimentare una telepatia, e che gli fornisce piuttosto un pensiero riflessivo, soggettivo, che dà sempre l’impressione all’ego di non essere all’altezza di se stesso. Non è normale che l’uomo non si senta all’altezza di se stesso. Quindi, se non si sente all’altezza di se stesso, è perché vive in un involucro, vive in una cornice, vive nel silenzio. Vive al di fuori di questa intimità con la fonte.

E allora, i suoi pensieri riflessivi soggettivi sono troppo presenti in lui e creano in lui troppa inferiorità, troppa diminuzione della sua realtà, e lo privano della solidità necessaria per completare la sua vita sul piano materiale in modo glorioso, cioè in piena coscienza telepatica. La coscienza è un processo, non è uno stato come l’hanno cantato i mistici, come l’hanno cantato gli Orientali, come l’hanno cantato i mistici cristiani.

La coscienza è un processo evolutivo che permette a un aggiustatore di pensiero di comunicare con l’uomo al di fuori dei parametri psicologici del suo ego. A quel punto, il legame con l’uomo e la fonte è totalmente vibratorio. È totalmente il risultato del movimento della Luce, non ha più nulla a che fare col pensiero. E allora, il pensiero che l’uomo utilizzava durante l’involuzione per darsi dei punti di riferimento all’interno della sua esistenza, scompare sempre di più.

E alla fine l’uomo non ha più bisogno di tanta memoria materiale per agire in modo creativo; è in grado a livello psichico di manifestare questa coscienza, questa energia, in modo creativo, senza bisogno di riflettere costantemente per sapere. Ma questo richiede intimità. Nello sviluppo dell’intimità, uno dei grandi problemi che l’uomo conoscerà nel corso dell’evoluzione, è che, come ego, ha difficoltà a immaginarsi che degli Esseri di Luce possano avere tanto controllo su di lui, in altre parole, che egli possa essere tanto abitato.

E tutto ciò è dovuto al fatto che durante l’involuzione siamo stati manipolati per credere al libero arbitrio, e questo credere al libero arbitrio, che è il risultato di un pensiero filosofico legato ai sensi, ci ha permesso di sviluppare l’illusione dell’ego, ma ha anche negato all’uomo la possibilità, l’opportunità di stabilire un legame intimo con la fonte. Perché un uomo cosciente della fonte non ha più bisogno di libero arbitrio, perché sa benissimo che la libertà è più grande dell’illusione soggettiva di quella libertà che fa parte dell’identità o della crisi di identità dell’ego nell’incarnazione materiale!

Per sviluppare un’intimità con la fonte, l’uomo sarà quindi obbligato, col tempo, a sospendere la sua consapevolezza del libero arbitrio, e realizzare che il libero arbitrio è un’illusione dell’ego. E finché non si renderà conto di questa illusione, ne sarà vittima, perché quando credete al libero arbitrio, credete a un certo numero di cose. Innanzitutto, credete di essere responsabili di ciò che vi accade, credete che ciò che accade nella vostra vita faccia parte dei vostri fallimenti o dei vostri successi. Credete di essere degli esseri intelligenti, credete di avere successo perché siete fortunati.

E tutti questi elementi sono illusori perché l’uomo, di per sé, non è intelligente, lo diventerà. Ha certamente una certa facoltà intellettuale che chiamiamo intelligenza meccanica, razionale, ma questa facoltà si basa sulla sua capacità di mantenere molto piene le riserve della sua memoria. È ovvio che, se avete una grande memoria, avrete più facilità intellettuale di altri.

Tuttavia, la memoria sarà per voi una trappola domani, e vi impedirà di sperimentare l’intimità con l’aggiustatore di pensiero, perché per avere l’intimità con un aggiustatore di pensiero o un essere di luce, l’uomo deve avere un minimo di memoria, cioè la memoria deve poter essergli ritirata se necessario, in modo che lui non basi la sua saggezza o la sua conoscenza su ciò che pensa di sapere, ma basi la sua saggezza o la sua conoscenza su ciò che sarà canalizzato attraverso di lui, quando il contatto telepatico si manifesterà nella sua esperienza.

Si tratta quindi di un’esperienza psicologica molto diversa, di un modo molto diverso di vedere e di essere. E quando l’uomo sarà in grado di vivere questa esperienza, sarà molto intimo con l’aggiustatore di pensiero. E in quel momento, la coscienza prepersonale di quell’essere creerà in lui uno stato di coscienza in cui non si sentirà più l’ego dell’uomo, perché i conflitti sul piano materiale tra uomini e donne o tra uomini e uomini, e tra donne e donne, sono conflitti di personalità, conflitti di ego.

E il problema dell’ego si manifesta tanto a livello personale quanto a livello delle nazioni. C’è l’ego americano che è in lotta con l’ego cinese, semplicemente in termini di aerei che si schiantano l’uno contro l’altro nel Mar della Cina. Tutto, in politica e nella vita personale, è il risultato di conflitti tra ego. Se gli uomini non avessero conflitti di ego, se le donne non avessero conflitti di ego con gli uomini, le relazioni personali tra uomini e donne sarebbero allora molto facili.

Le relazioni tra uomini e uomini, tra donne e donne e tra governi sarebbero molto facili. Il problema dell’ego è quindi molto grave sulla Terra, e sta diventando sempre più grave perché l’ego dell’uomo si sta cristallizzando. Si sta cristallizzando a un punto che l’orgoglio intellettuale diventa sempre più virulento. Ecco perché c’è sempre più violenza psicologica nel mondo.

Ci sono sempre più scontri, sia a livello individuale che nazionale, l’ego delle nazioni, l’ego degli ebrei contro l’ego dei palestinesi! E se il problema dell’ego degli ebrei e dei palestinesi non viene risolto con una guerra o con un accordo intelligente, alla fine ci sarà uno schianto, ci sarà distruzione. Lo stesso vale per gli americani e i cinesi: alla fine il conflitto tra i loro “ego” deve essere risolto. E perché ciò avvenga, è necessario un certo livello di coscienza.

È ovvio che gli uomini non svilupperanno una coscienza sovramentale nel ventesimo secolo, questo è certo, né nel ventunesimo secolo, questo è certo, perché si tratta di un nuovo processo evolutivo che richiederà migliaia di anni. Tuttavia, ci sono degli uomini che sul piano individuale, svilupperanno una coscienza sovramentale. Ma a livello di nazioni, di società, di umanità, c’è molto lavoro da fare. E nel frattempo, beh, c’è sempre il sostegno degli sforzi spirituali, degli esseri spirituali nel mondo la cui missione sul piano materiale è quella di aiutare l’evoluzione delle relazioni umane.

Ed è lì che queste forze spirituali sono importanti nella vita, è lì che le religioni sono importanti per l’umanità, è lì che le scienze spirituali sono importanti per l’umanità. Ma io non parlo per l’umanità, parlo per l’uomo. L’uomo individualizzato, l’uomo che ha risolto il problema della crisi d’identità, l’uomo che non ha più crisi d’identità, l’uomo che conosce se stesso, l’uomo che sta bene nella sua pelle, l’uomo che non ha più alcuna autorità al di fuori di sé, l’uomo che non ha più bisogno di alcuna autorità al di sopra di sé, l’uomo integrale. Non l’uomo della quinta razza-radice, ma l’uomo della sesta razza-radice, il Sovrauomo!

In altre parole, l’uomo che è al di sopra delle leggi karmiche planetarie della programmazione umana, quest’uomo sta arrivando, ma non è, è in evoluzione. L’uomo scoprirà un giorno che non c’è finitudine per la conoscenza o l’apprendimento, la conoscenza non ha fine. Ma perché l’uomo sappia che la conoscenza non ha fine, perché abbia accesso a questa infinità, deve sperimentare la grande intimità con l’aggiustatore di pensiero. Perché? Perché quando l’uomo ha a che fare con la conoscenza, in altre parole quando ha a che fare con l’infinità, quando l’uomo diventa, in altre parole, creatore, è obbligato ad ammettere, a livello psichico del suo essere, a livello della sua coscienza, a livello della creatività, è obbligato ad ammettere che non ci sono limiti alla conoscenza.

E questo non è facile per un ego che riflette, perché un ego che riflette è costretto a darsi un limite al sapere, perché per sentirsi, per sentire la propria realtà, è costretto a sentire un po’ i propri limiti. E questo è il problema dell’ego che riflette, è il problema del pensatore che riflette, fu il problema dell’involuzione, fu il problema delle religioni, il problema di tutti gli uomini che, durante l’involuzione, hanno cercato di identificare la propria Luce attraverso la forma-pensiero.

Un uomo non può identificare la propria Luce attraverso la forma-pensiero, perché la forma-pensiero è un modello di esecuzione della Luce. Il pensiero è solo un recipiente per contenere l’acqua. Il pensiero in sé, non ha alcuna realtà. [FINE].

aggiornamento il 30/07/2024

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